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AMMENTENDHE SOS MANNOS
ANTONI CUBEDDU: POETA OZIERESE ARTEFICE DELLA GARA POETICA
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Bisonzu tribbagliare
a mala gana:
Su poveru est forzosu tribbagliare.
Ca sos ch’in domo medios non hana
Tribbagliende nde deve procurare.
Vivat sa gioventude forte e sana!
Ma vivat su tribbagliu pro campare!
Ca chi male in domo sua istat
Pro forza bogat pedra e pedra pistat.
Questa
ottava di ode al lavoro, frutto di uno scambio di battute su invito, è
stata improvvisata a bolu dal poeta ozierese Antonio Cubeddu, mentre si
trovava impegnato a costruire un muretto a secco in quel di Chilivani.
Antonio Cubeddu infatti, principale artefice della gara poetica nella
forma che oggi conosciamo e per cui gli viene unanimemente attribuita
“la paternità”, svolgeva come appaltatore, in società
con il poeta Giuliano Marongiu di Ploaghe, dei lavori di manutenzione
per la rete ferroviaria; la particolare attività gli permette la
frequentazione delle diverse realtà poetiche del Logudoro, e conoscere
i valenti improvvisatori locali, che porteranno all’ideazione della
storica gara ufficiale in piazza Cantareddu, a Ozieri, il 15 settembre
1896. Da quella prima manifestazione, che vede trionfare lo stesso Cubeddu,
con ai posti d’onore Antonio Farina di Osilo e Salvatore Demartis
di Ossi, la competizione poetica -da confronto tra locali o corollario
ludico durante le pause delle attività agricole e feste pastorali
(es.: sos tusorzos)- si evolve nel carattere culturale e per la trattazione
dei temi. La significativa strutturazione della gara poetiche (s’esordiu,
sos temas, sas modas, le schermaglie in duinas, in batorinas e il successivo
inserimento di noitolas, bruschistiglias...), diventa e rappresenta in
modo consimile la “comunicazione teatrale implicita nei modelli
dell’oralità”.
Antonio Cubeddu, noto con l’appellativo di “poeta segnore”,
nasce a Ozieri il 25 aprile del 1863. Si sposa giovanissimo con Speranza
Ghera, da cui avrà otto figli, e coltiva la poesia con estrema
naturalezza: il padre Giovanni è un apprezzato poeta satirico e
al suo ramo familiare apparterrebbe anche Padre Luca, il noto “scolopio
insegnante e poeta” di Pattada. Dotato di una “bella voce
molto melodiosa”, che gli permetterà una sorprendente longevità
ed una meritata stima popolare, ricamava dei versi di estrema bellezza,
garbo e creatività. Il ritmo delle ottave, svelto e sottolineato
ogni due versi dall’intervento del tenore, è documentato
anche in un disco (“Homochord”) registrato negli anni Trenta
a Milano con il thiesino Andrea Ninniri; nell’occasione svilupparono
i temi pace\guerra, amore\dolore e amore di madre\amore di sposa. Come
tutti i poeti estemporanei, con estrema sofferenza e “con il cuore
pieno di tristezza”, subisce la proibizione fascista alle esibizioni
canore in pubblico. Alla ripresa, il decano dei poeti, sarà protagonista
di storiche disputas fino al 1949 (una testimonianza narratami da mio
padre lo ricordava, proprio in quell’ultima stagione, memorabile
mattatore sul palco di Burgos, per la festa di Santu Lenardu). Antonio
Cubeddu, scomparso a Roma il 23 settembre del 1955, è ricordato
come “il regolatore e ordinatore della gara improvvisata moderna”
e per l’operazione quasi “sindacale”di far attribuire
un compenso per le esibizioni poetiche. L’intuizione di Cubeddu,
nel promuovere la prima gara poetica pubblica nel 1896, e il premio letterario
Ozieri, ideato da Tonino Ledda nel 1956, hanno un filo di profonda continuità
che identifica, tutt’oggi, per identità e cultura la Città
di Ozieri. (23-12-2010)
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