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Ricordo dello storico
del Risorgimento Franco Della Peruta e dei suoi studi riservati alla Sardegna
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Il
13 gennaio scorso è morto a Milano, a 87 anni, Franco Della Peruta,
uno dei più grandi storici del Risorgimento, accademico dei Lincei.
Il giornalista del “Corriere della Sera” Dino Messina ha scritto
che «Della Peruta, di origini romane, ha segnato il percorso di
intere generazioni che hanno frequentato l'università degli studi
di Milano, dove ha tenuto per alcuni decenni la cattedra di Storia del
Risorgimento. Era una stagione d'oro dell’università di via
Festa del Perdono: suoi colleghi erano Giorgio Rumi (storico di formazione
cattolica), Marino Berengo (storico dell'età moderna), Lucio Gambi
(docente di geografia umana), Ludovico Geymonat (filosofo della scienza),
Mario Dal Pra (storico della filosofia)». Ho vissuto anch’io
quel periodo “glorioso” tra la fine degli anni Sessanta e
gli inizi dei Settanta del Novecento e giustappunto alla Statale ho sostenuto
un esame sia con Gambi, sia con Geymonat, sia con Della Peruta. Scrivo
però questo “pezzo” non spinto dalla nostalgia per
gli anni del mio “garzonato” universitario ma per dar conto
dell’attenzione che Della Peruta ha sempre riservato a figure e
temi della storia della Sardegna.
In diversi volumi si è occupato di Filippo Buonarroti (Pisa, 1761
– Parigi, 1837), rivoluzionario italiano naturalizzato francese.
Dopo lo scoppio della rivoluzione francese Buonarroti si trasferì
in Corsica per aderire al movimento dei rivoluzionari locali. Partendo
dalla Corsica, prese parte alla spedizione navale contro la Sardegna,
che aveva lo scopo di “predicare al buon popolo dell’isola
la dottrina della libertà e della felicità”, secondo
i dettami della rivoluzione del 1789. La spedizione (della quale fece
parte anche Napoleone Bonaparte, allora amico di Buonarroti) fallì
nell’attacco a Cagliari (23-25 gennaio 1793), ma riuscì nella
conquista dell'isoletta di San Pietro (8 gennaio), ribattezzata “Isola
della Libertà” e per la quale lo stesso Buonarroti elaborò
una costituzione ispirata ai principî del più puro Rousseau,
che presentò anche alla Convenzione riferendo del desiderio manifestato
dagli abitanti dell’ “Isola della Libertà” di
essere riuniti alla Francia. Ma l’isola di San Pietro ritornò
pochi mesi dopo ai Savoia grazie all’intervento della flotta spagnola.
Della Peruta nel 2004 ha dedicato un saggio a “Un Fourierista sassarese:
Diego Cugia Manca”. Il saggio è pubblicato alle pagine 119-126
della rivista “Il Risorgimento” (n. 56, anno 2004). Nato a
Sassari nel 1789 in una famiglia di piccola nobiltà locale, Cugia
fu ufficiale dell’esercito piemontese a Genova e a Nizza; ma, a
seguito della repressione dei moti liberalcostituzionali che nel 1821
agitarono gli Stati sardi e ai quali aveva aderito, fu costretto a vivere
in esilio (prima in Spagna poi in Francia) per ben 25 anni: rientrò
a Sassari tra il 1846 e il 1847, dopo l’inizio della prima guerra
d’indipendenza. Da esule si era appassionato alle teorie di (utopistica)
riforma sociale predicate dal francese Charles Fourier (1772 -1837; il
quale progettò le abitazioni comuni chiamate “falansteri”)
e affidò le sue personali considerazioni in materia all’opera
intitolata “Saggio sulla malattia del corpo sociale, e modo di guarirla”
(Sassari, Tip. A. Ciceri, 1851) e al successivo volume “Modo di
pagare i debiti d’uno stato diminuendo le imposte: appendice al
libro Saggio sulla malattia sociale” (Cagliari, Tip. A. Timon, 1856).
Della Peruta ha scritto la prefazione del volume di Giampaolo Pisu (1935-1993)
intitolato “La storia delle bonifiche sarde (1918-1939). La bonifica
integrale della piana di Terralba” (Milano, Franco Angeli, pp. 448,
figg. 30, 1a edizione 1995). Dice la scheda di presentazione editoriale
dell’opera: «La Sardegna di inizio Novecento era ancora una
terra ad economia agro-pastorale arcaica, in gran parte incolta o basata
su micro-aziende contadine e sul pascolo vagante. Quasi del tutto assenti
erano inoltre le attività manifatturiere. A rompere quel quadro
di stagnazione un impulso fondamentale venne, negli anni precedenti la
prima guerra mondiale, dal grande capitale nazionale, in particolare dalla
Banca commerciale che, profittando di finanziamenti e agevolazioni statali,
riuscì a incanalare fermenti e stimoli delle forze isolane che,
sul modello nazionale, grandi speranze riponevano nell'elettrificazione
come volano dello sviluppo industriale. Si formò così un
primo nucleo di imprese, Elettrica sarda e Imprese del Tirso, che integravano
la loro attività dalla costruzione di dighe e bacini (il Tirso
sarà il più grande invaso d'Europa) alla produzione e distribuzione
di energia nell'isola. E quando nel 1918 la direzione del gruppo venne
unificata nelle capaci mani di Giulio Dolcetta, questi avviò una
terza linea di intervento in Sardegna, volta ad utilizzare, attraverso
una nuova società, la Sbs, dighe ed energia anche per la bonifica
idraulica e agraria».
Nella collana “Storia/studi e ricerche” (edizioni Franco Angeli),
da lui fondata con Marino Berengo, Franco Della Peruta ha ospitato diverse
opere dedicate a problemi della storia della Sardegna: “Orfani e
trovatelli nella Sardegna moderna” di Annalisa Durzu; “Per
una storia della malaria in Italia. Il caso della Sardegna” di Eugenia
Tognotti e Giovanni Berlinguer; “Settecento sardo e cultura europea.
Lumi, società, istituzioni nella crisi dell'Antico Regime”
di Antonello Mattone e Piero Sanna; “Il regno di Sardegna nell’età
di Filippo IV. Centralismo monarchico, guerra e consenso sociale (1621-30)”
di Gianfranco Tore; “L’Argentiera. Storia e memorie di una
borgata mineraria in Sardegna 1864-1963” di Sandro Ruju.
In chiusura è bene ricordare che Della Peruta non ha soltanto formato
generazioni di studenti nella disciplina della storia del Risorgimento
ma li ha anche avviati e educati alla frequentazione degli archivi e delle
biblioteche, cioè ad andare a rintracciare personalmente le fonti
(fondi archivistici e librari) e a visionare direttamente i documenti
utili per l’indagine storica.
Anche i bibliotecari hanno tratto giovamento dagli scritti e dalle ricerche
documentarie di Della Peruta relative ad archivi e biblioteche (peraltro
in questi ambiti ha operato anche la signora Della Peruta, Lilli Dalle
Nogare, che ha retto con polso fermo e con chiarezza di obiettivi negli
anni Ottanta e oltre la guida del Servizio biblioteche e beni librari
e documentari dell’Assessorato alla cultura della Regione Lombardia).
Ecco cosa ha scritto in memoria di Della Peruta Ornella Foglieni, che
è subentrata in Regione a Lilli Dalle Nogare a capo del Servizio
Biblioteche e che da diversi anni è alla guida della Soprintendenza
regionale ai Beni librari: «È stata una figura molto importante
per tutti noi che abbiamo avuto modo di studiare e poi di lavorare con
lui, sia per il suo apporto scientifico-storico alla conoscenza, scoperta
e salvaguardia dei fondi librari e documentari storici, sia per la sue
qualità umane. Imprescindibile è stata la sua collaborazione
e notevole il suo impegno per i diversi censimenti e inventari regionali
in Lombardia e gli studi storici e sociali del periodo risorgimentale,
ma non solo».
(15-02-2012)
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