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Mai avrei immaginato di tradurre “Imagine”
di John Lennon
per il progetto pavese “Imagine.Pavia”
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Sulla base di un’idea
di Daniela Bonanni (insegnante ma, soprattutto, promotrice, col compianto
marito, Bruno Morani, di una grande esperienza di ritrovo e di aggregazione:
quella di Spaziomusica), alcune associazioni musicali e culturali di Pavia
(Spaziomusica, Unicef Pavia, Glifo Associati, Downtown Studios, Da.Ma.
Comunicazione, Associazione Il Demetrio, Epochè, C.A.F.E.) hanno
“immaginato” e caparbiamente realizzato il progetto “Imagine.Pavia
… di pace e di diritti, di sogni e sognatori: una città per
John Lennon” (si veda l’intero programma nel sito http://www.imagine.pavia.it/).
Come spiega la stessa Daniela Bonanni, l’iniziativa, partita da
“A day in the life: John Lennon revisited” (lavoro
discografico di 24 giovani band pavesi, ideato e prodotto da Spaziomusica
e Downtown Studios nel 2010, a 30 anni dalla morte di Lennon), si è
estesa alla città: alle scuole, all’Università, a
tante Associazioni, alle librerie, ai locali dove si suona e si ascolta
musica …. Insomma Pavia si è unita ed ha elaborato idee e
progetti intorno ai messaggi di pace e di impegno civile di John Lennon
e alla forza evocativa e poetica delle sue canzoni, a partire da “Imagine”,
il suo brano universalmente conosciuto ed eseguito, di cui ricorre il
40° anniversario.
Attraverso un’operazione culturale diffusa e partecipata, che è
nata dagli incroci di persone e di idee e che, più che su grandi
budget, ha voluto contare sulla passione, sulla creatività e sull’
entusiasmo (anche se non è mancato il patrocinio dell’Università
degli Sudi di Pavia, dell’ Ufficio Scolastico territoriale, del
Comune e della Provincia di Pavia, dei Beatlesiani d’Italia), John
Lennon “the dreamer”, icona del rock e del pacifismo,
ha ispirato tante e diverse iniziative: concerti, saggi di ginnastica
e di danza ispirati ai Beatles, spettacoli teatrali, mostre, lezioni-concerto,
raccolta di testi su “La mia prima volta con John Lennon”,
Lennon declinato in chiave “barocca”.
Le scuole hanno esplorato itinerari sul sogno: dall’ albero dei
sogni della scuola materna ed elementare fino all’utopia e alla
visionarietà di grandi autori letterari per gli istituti superiori.
E ancora: “Bambini e sogni di pace”: l’Unicef e i bambini
che consegnano ai “grandi” gli “occhialini alla John”
perché imparino a vedere il mondo come non sono più
capaci di fare. “The yellow barcè” ovvero
“… guma anca nùmm al sutmarin giàld”:
adattamento “pavese” del sottomarino beatlesiano. “Aspettando
Ulisse”: storie, relazioni, fili che si intrecciano e costruiscono
“una sciarpa lunga un mondo”… Il Bed in, la
famosa azione di protesta per la pace di John & Yoko, declinata e
attualizzata in “Give job a chance” ma anche “Give
… music/ screening / school / book / university / jazz … a
chance”, con interventi musicali e scenici in vari spazi di
Pavia. Beatles in vetrina: bar, negozi, locali che creano occhiali speciali
e si inventano cocktail alla John Lennon e torte a forma di chitarra …
Per arrivare al Gran Finale del 12 maggio. Band delle scuole superiori
che si alternano sul palco (“La mia scuola suona John”) e,
in serata, le note di “Imagine” e di tante canzoni
dei Beatles che risuonano nel cuore di Pavia fino a un gigantesco Flash
Mob collettivo sull’onda di “All we are saying is give
peace a chance ” allo scoccare della mezzanotte.
A novembre, inoltre, ci saranno un reading per John Lennon, un convegno
e una mostra sulla rivoluzione grafica degli anni Settanta e il report
finale per mostrare e raccontare tutto quello che “Imagine. Pavia”
ha generato in città.
Come originale contributo al progetto, i docenti della Facoltà
di Lettere dell’Università degli Studi di Pavia, Gianfranca
Lavezzi e Giuseppe Polimeni, hanno raccolto alcune traduzioni della canzone
“Imagine” di John Lennon nei dialetti italiani. A me è
stata chiesta la versione in limba sarda. Così, nel pomeriggio
del 4 maggio, presso il Cortile delle Statue dell’Università
di Pavia – negli intermezzi del concerto “Variazioni su Lennon:
Lennon in barocco”, a cura di Ugo Nastrucci e Maurizio Schiavo –
alcuni degli autori delle traduzioni (tra i quali chi scrive) hanno letto
i loro testi, davanti a un pubblico numeroso, partecipe e plaudente (molti
hanno preferito ascoltare i “movimenti” musicali e i readings
standosene sotto i portici).
Nell’occasione è stato anche presentato il volume freschissimo
di stampa “E che il mondo sia una cosa sola. I dialetti danno voce
a John Lennon” (Como-Pavia, Ibis Edizioni), che contiene tutte le
14 traduzioni-riscritture di Imagine: in 13 dialetti: di Ellera (RC),
di Capriasca (Svizzera italiana), di Genova, di San Donà di Piave
(VE), di Portalbera (PV), di Pavia, di Spinetta Marengo (AL), di Carpi
(MO), di Cercivento (UD), di Lodi, di Brescia, nella varietà logudorese
del sardo, di Ancona; in lingua italiana.
La presentazione dell’opera è stata affidata ai suoi due
ideatori-curatori (Gianfranca Lavezzi e Giuseppe Polimeni) e al prefatore,
prof. Lorenzo Còveri, ordinario di Linguistica italiana nella Facoltà
di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi
di Genova.
Informazioni sul progetto “Imagine.Pavia”: danielabonanni52@alice.it
338 6278221 / info@damacomunicazione.com 338 1965072.
(07-05-2012)
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