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Anche a Pavia le conferenze di
Giovanni Masala
su Ennio Porrino e Max Leopold Wagner
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Il Circolo culturale sardo
“Logudoro” di Pavia, presieduto da Gesuino Piga, ha invitato
il prof. Giovanni Masala, un sardo emigrato lettore di lingua e civiltà
sarda presso il dipartimento di Lingue e Letterature romanze delle Università
di Stoccarda e Zurigo, a svolgere anche in città, nei giorni 28
e 29 novembre, le sue due conferenze su Ennio Porrino e su Max Leopold
Wagner tenute, nei due giorni precedenti, a Cinisello Balsamo per impulso
della locale associazione dei sardi.
Il “Logudoro” ha proposto le due iniziative culturali (patrocinate
dal Comune e dall’Università di Pavia) in locali diversi
dalla sede sociale volendole offrire alla cittadinanza pavese in occasione
delle celebrazioni dei 30 anni di attività del Circolo. L’entusiastica
adesione del Circolo “Pavia Lirica” e della Società
“Battellieri Ticino” e la sempre confermata sensibilità
dell’Università degli Studi, che hanno messo a disposizione
locali di grande prestigio e forniti di adeguata dotazione tecnica, hanno
attestato ancora una volta l’alta considerazione di cui godono le
manifestazioni culturali promosse dal Circolo.
Nella serata di lunedì 28 novembre Masala ha tenuto una conferenza,
nel Salone del Circolo “Pavia Lirica”, sul tema “I Shardana:
una grande opera lirica dimenticata del Maestro Ennio Porrino (Cagliari
1910 - Roma 1959)”. A quest’opera Masala ha dedicato non solo
un fondamentale studio - pubblicato nella collana “Sardìnnia”,
da lui fondata e curata a Stoccarda con Titus Gast: Ennio Porrino, “I
Shardana. Gli uomini dei nuraghi (dramma musicale in tre atti)”,
pagine 190, 2006 e 2009 -, ma anche il CD dallo stesso titolo che riproduce
la registrazione dell’opera effettuata il 24 settembre 1960 dalla
RAI-Radiotelevisione Italiana (Orchestra Sinfonica e Coro di Roma della
RAI).
L’opera “I Shardana” viene considerata il capolavoro
della vasta produzione di Porrino. Nonostante il fatto che i critici più
autorevoli, specialmente tedeschi, la giudichino una delle opere liriche
italiane più interessanti del Novecento, essa è pressoché
sconosciuta in Sardegna e in Italia. Fu rappresentata per la prima volta,
sotto la direzione dell’autore, al teatro San Carlo di Napoli il
21 marzo 1959, accolta da un notevole consenso. Una seconda rappresentazione
ebbe luogo al Teatro Massimo di Cagliari (18 marzo 1960), una terza nell’Auditorium
del Foro Italico (24 settembre 1960). A 50 anni di distanza, nella ricorrenza
del centenario della nascita del compositore, l’opera lirica è
stata proposta, in forma però solo oratoriale, al Teatro Lirico
di Cagliari il 21 febbraio 2010 riscuotendo rinnovato successo.
La relazione di Masala è stata arricchita dall’ascolto dei
brani musicali più significativi tratti dall'unica registrazione
disponibile (quella, già citata, risalente al 24 settembre 1960)
e dalla proiezione delle fotografie relative alla prima rappresentazione.
Secondo il grande musicologo tedesco Felix Karlinger «l’opera
di Porrino, eccellente quant’altra mai nell’ambito della produzione
musicale italiana d’oggi, costituisce come un ponte ideale tra la
musica popolare della sua terra e le tendenze e le esigenze dell’arte
musicale moderna, tra un glorioso passato e il presente».
Nel corso della mattinata di martedì 29 novembre, Giovanni Masala
ha tenuto la sua lezione su “Max Leopold Wagner in Sardegna, 1925-1927”
ai dottorandi del corso del dott. Giuseppe Polimeni (ricercatore dell’Università
di Pavia).
Il tedesco Max Leopold Wagner, uno dei più importanti studiosi
di lingue romanze del ventesimo secolo, viene annoverato ancora oggi tra
i maggiori conoscitori della lingua e della cultura sarda, Nato nel 1880
a Monaco di Baviera, si laureò in città con una tesi su
“La formazione delle parole in sardo”, passò quindi
allo studio della “Fonetica dei dialetti sardi meridionali”.
Dal 1925 al 1927 effettuò diversi soggiorni in Sardegna, visitò
20 paesi della Sardegna intervistando, con l’aiuto di un questionario
di circa 2.000 vocaboli, decine di informatori locali per effettuarvi
le rilevazioni lessicali da destinare all’ “Atlante Linguistico
Italo-Svizzero” curato e pubblicato da Karl Jaberg e Jakob Jud tra
il 1928 e il 1940. Dopo la pubblicazione del manuale “La lingua
sarda: storia, spirito e forma” (1950), Wagner si trasferì
a Washington ma non smise di occuparsi della lingua sarda: infatti, fino
alla morte (1962) curò la redazione del monumentale “Dizionario
Etimologico Sardo”. Ci ha lasciato oltre 450 scritti, di cui più
della metà dedicati alla lingua e alla cultura sarda.
Masala ha illustrato il metodo seguito da Wagner durante la sua inchiesta
linguistica in Sardegna nel corso degli anni 1925-1927, si è soffermato
sulle rilevazioni lessicali (e sulle caratteristiche della trascrizione
fonetica adottata) relative a qualcuna delle 20 località in cui
soggiornò, ha presentato alcune delle lettere con cui Wagner dava
conto non solo dei risultati del suo lavoro ma anche delle difficoltà
incontrate dal punto di vista “politico”, in quanto gli zelanti
funzionari locali del regime fascista vedevano con sospetto, come se fosse
una spia dei francesi, il suo andare tra la gente a raccogliere informazioni
linguistiche dalla bocca degli autentici sardofoni.
Nelle schede di Wagner non mancano descrizioni del carattere di ciascun
informatore, precisazioni delle condizioni in cui è avvenuta ogni
fase della ricerca dialettologica, numerosi schizzi riferiti agli oggetti
della cultura materiale con relativi commenti.
A Pavia Masala ha anche proiettato alcune delle foto più significative
tra quelle scattate ordinariamente da Wagner nel corso delle sue visite
ai diversi paesi e riguardanti non solo i personaggi intervistati o semplicemente
incontrati ma anche gli ambienti tipici in cui si svolgeva la vita quotidiana
dei contadini e dei pastori e delle loro famiglie.
Grazie alle inchieste linguistiche di Max Leopold Wagner e alla documentazione
etnografica da lui procurata in collegamento con esse i sardi dispongono
oggi di eccezionali materiali che permettono di gettare luce sulle tipicità
del linguaggio e dei modi di vita dei sardi durante gli anni Venti del
Novecento.
Anche sul viaggio in Sardegna di Wagner Masala ha curato uno specifico
volume, sempre per la citata collana “Sardìnnia”: Max
Leopold Wagner, “Sa Sardìnnia de Max Leopold Wagner: 1925-1927”,
pagine 280, 2005 (è l’edizione in lingua sarda del volume
in tedesco “Wörter Sachen Bilder Eindrücke: Sardinien
1925-1927”).
(01-12-2011)
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