La ceretta
di Maria Antonietta Sechi

 

 

E' un caldo pomeriggio di Luglio.
Tea ed Carla sono sedute all'ombra di un "sempreverde" che il padre di Carla nonchè suocero di Tea, aveva piantato anni prima proprio per godere dell'ombra sotto le sue fronde, in quei pomeriggi estivi nei quali il sole spacca i sassi e rende immobile l'aria.
Le due cognate ricamano il corredino per il bambino che aspetta Tea.
" Che ne dici, andiamo alla cerimonia dell'ordinazione sacerdotale di don Luca?"
chiede Carla, giusto per conversare.
Tea è quasi infastidita dalla domanda, che la costringe a concentrarsi sulla risposta affermativa già data e della quale si è pentita.
Infatti proprio quell'otto Luglio coincide con il primo dei giorni (8-13) che il ginecologo ha stabilito di transito da un mese a quello successivo della gravidanza, prevedendo il parto, negli stessi giorni, per Agosto.
Ogni mese, in quel periodo, si sente stanca, depressa, nervosa. Con dei lunghi mutismi evita quelli che sarebbero stati inutili scontri. Come adesso.
-" bè, anche se io non conosco Luca nè i familiari, abbiamo già accordato !" - taglia corto la giovane che si ostina a nascondere quello stato di debolezza e nervosismo.
-"perchè ti sei pentita?" - chiede Carla cercando di provocare una reazione di Tea che chiarisca il motivo per il quale , ogni tanto sua cognata, cambia umore e si chiude a riccio.
Le due giovani, ventidue anni ciascuna, erano amiche ancor prima d'esser cognate.
Si erano conosciute frequentando lo stesso gruppo cattolico "il focolare".
Non ricevendo risposta prosegue, con tono più morbido
-" sai!, lo dico per te stessa, ti fa bene uscire, vedere gente...stai troppo sola e silenziosa!...poi Luca è un grande amico di tuo marito, hanno la stessa età e quando Mario era anche lui in seminario, per tre anni sono stati compagni di classe. Poi ognuno ha preso la sua strada, Luca quella del sacerdozio e Mario tra un mese sarà padre!"
Tea si ricompone.
"non mi sono pentita...e...e...che..." Si ferma per contenere delle stupide lacrime che vorrebbero spezzare argini costruiti con tanta pazienza.
Carla coglie l'attimo e continua per lei
" è perche Mario è lontano??"
Tea china la testa..
Carla continua con voce serena-
-"Mario, abbandonato il seminario perchè non aveva più la certezza che la strada intrapresa fosse quella giusta, ha scelto un'altra scuola, anche questa in un collegio retto dai padri Scolopi e rigido come un seminario ma con un indirizzo nuovo che lo avrebbe portato a veleggiare per i mari..."
Tea ascolta ciò che già sa
Carla -
-" non sei l'unica moglie di un marittimo...anzi, devi essere orgogliosa perchè Mario è un Direttore di macchina, un comandante in seconda...fa un lavoro importante, di grande responsabilità che dovrebbe riempire d'orgoglio qualsiasi donna....e poi tra un mese verrà in licenza..."
" si ma poi ripartirà!!!.."
"centrato" pensa Carla
-" lo hai sempre saputo che quella sarebbe stata la vostra vita e...poi avete costruito sopra la nostra casa, babbo, mamma, fratelli e sorelle non ti lasceremo mai sola, aspetteremo insieme il suo ritorno!"...
Tea si sente alleggerita, in fondo è proprio quello il magone che provoca il disagio in quei giorni.
"vado a prepararmi!" annuncia levandosi dalla sedia.
-" ma è ancora presto!!!" esclama Carla " mancano quasi due ore alla Messa dell' Ordinazione di Luca!"-
-" Si, hai ragione ma...devo usare il rasoio sui peli delle gambe e con questo pancione, non so quanto tempo c'impiegherò!"-
-" no! " è incredula Carla -"perchè fai le gambe con il rasoio?...ma no..aspetta...per questa occasione indossa il premaman lungo così quando rientreremo sistemerò io i peli delle gambe con la "ceretta", il rasoio va usato ogni pochi giorni..perciò come potrai farlo quando andrai in ospedale per il parto?no, no..ci penserò più tardi io e, per almeno un mese non avrai il pensiero di quel problema così antiestetico.
-"Il tuo discorso è convincente ma...io non ho fatto mai la ceretta alle gambe e...poi attraverso i pori non vorrei introdurre miasmi chimici che potrebbero far del male al bambino!"-
-" ma no! vai tranquilla la ceretta la preparo io con zucchero, limone...la faccio da anni per me e mia sorella...e i bulbi dei peli si sono così indeboliti che la peluria rada viene via anche con la pinzetta delle sopracciglia!" -
" va bene!" E' entusiasta Tea.
Verso le otto del pomeriggio il sole è ancora alto nel cielo quando, terminata la cerimonia, fanno ritorno a casa.
Tea è contenta d'esserci andata, ha conosciuto il neo Sacerdote, ha vissuto un'emozione così intensa che le ha caricato l'animo di rinnovata serenità.
Rientrati a casa ha inizio "l'operazione ceretta"
Carla preso un "tegamino" , mette dentro gli intrugli e, da quella esperta che è, dosa le quantità ad occhio.
Un delizioso profumo si espande per la cucina.
Tea è già stesa sul divano del soggiorno. Carla taglia a strappo strisce di vecchie lenzuola.
Entra la mamma-suocera
-" cosa stai facendo?" - chiede alla figlia, anche se dall'"ambaradan" in giro ha intuito tutto.
-" non fare la ceretta a Tea, non l'ha mai fatta e adesso non mi sembra il momento giusto!"- continua, con tono preoccupato la madre-suocera
-" ma mamma, lo sai che si tratta d'ingredienti naturali..non è la prima volta che la preparo e ne faccio uso.."-
-" no, no, lasciatela fare, anche io penso che sia una cosa ben fatta!"- Interviene con determinazione Tea pensando a quanto sia fastidioso rasare le gambe un giorno si e l'altro quasi.
La donna con un "arrangiatevi!" sibilato tra i denti, va a sedersi al fresco del sempreverde.
Preso un pennello spesso, Carla lo intinge nella poltiglia calda e cremosa
-" senti Tea, io direi di cominciare dall'inguine, che è l'unica parte che ti farà un pò male, così superata questa prima fase sarà tutto più scorrevole dalle ginocchia in giù!"-
-"fai,fai tranquilla !" risponde Tea rilassata.
Carla spennella la ceretta calda e piccicosa dall'inguine fino alle ginocchia e , visto che Tea non fa neanche una smorfia, spalma anche le parti interne ed esterne delle cosce poi poggia sopra, le strisce di tela, stirando e premendo bene con le dita perchè diventino un tuttuno con la ceretta.
Ci soffia sopra per raffreddare. Tea sente che il tutto si solidifica astringendole la pelle.
Carla strappa la prima striscia, quella più interna. Tea caccia un urlo.
Il dolore ha fatto roteare il bambino almeno due volte per trecentosessanta gradi...ed ora sta immobile, teso, dando la forma aguzza della cima di una mantagna innevata, alla pancia della mamma.
Carla è preoccupata ma sa che deve andare avanti, non vi è alternativa, le strisce, diventate dura come le caramelle di zucchero fuso alla fiamma, devono essere tolte.
Alla terza striscia, Tea lacrima, il bambino ha scatti nervosi che le provocano dolori lancinanti e ...perdite di sangue, constata disperata Carla....

Chiama sua madre
La donna corre e...
-"disgraziata, te lo avevo detto...adesso come si fa? " -
Visto che le sue parole aumentano il panico tra le due giovani, la donna con la saggezza della madre che ha partorito i figli in casa, riprende la calma e il controllo della situazione. Rivolta a Carla-
" bisogna togliere tutte queste strisce e croste di ceretta!" ordina -"aiutati anche con dell'acqua calda, non la puoi lasciare così....intanto io telefono all'ostetrica."-
In un quarto d'ora Carla riesce a scrostare un bel pò di ceretta ma non tutta.
Arriva l'ostetrica, nel frattempo che visita Tea, la suocera racconta come è avvenuto il fatto.
-"ha il collo dell'utero rientrato e il parto aperto di tre centimetri poichè è all'ottavo mese io direi che è il caso di portarla in ospedale!" Afferma l'esperta.
Sono le undici di notte quando Carla e l'ostetrica riescono a tirar via anche l'ultima crosta.
Tea si è calmata ma...ha la febbre.
La suocera ha già preparato la valigetta con l'occorrente. Una telefonata per confermare a sua sorella che è necessario accompagnare la giovane in clinica.
Arriva la zia con il figlio che ha una comodissima macchina. Dietro si siedono la suocera, la zia e l'ostetrica, davanti il cugino autista con accanto Tea.
Carla rimane tristemente a ripulire il disastro.
Arrivata alla clinica privata con un mese di anticipo sulla prenotazione, la giovane è sistemata su una barella e di corsa in ambulatorio. Un'altra ostetrica dopo averla visitata, esce lasciandola con due infermiere. Tea ha sonno.
Le due donne la tengono sveglia contro la sua volontà.
Arriva il primario, dopo averla visitata le fa una puntura e la rimanda nella camera antecedente la sala parto. Tea occupa uno dei cinque letti vuoti. Ha paura, non vuole stare sola. Si sente abbandonata. Un mal di testa le impedisce di riordinare gli avvenimenti. ...
Apre gli occhi. Ha la sensazione d'aver dormito non sa per quanto tempo, però ricorda tutto.
Si apre la porta. La giovane riconosce il Primario ed un'assistente ch'egli chiama signorina Nieddu.
Tea trema, ha paura...non ha idea di quel che le sta capitando
Il primario la osserva e con voce paterna
-"tranquilla figliola, la signorina Nieddu compilerà la scheda con i tuoi dati poi resterà con te!"
" Grazie!" farfuglia con un filo di voce Tea.
Il professore le prende una mano
" quanti anni hai figlia mia?"
"ventidue!"
" ventidue???? ma ne dimostri quindici!"
Tea abozza un sorriso.
"Sei sposata?"
"si certo, da oltre un anno"
"ma non ti ha accompagnata tuo marito in ospedale...ho letto la cartella dell'accettazione..." chiede con un leggero imbarazzo l'uomo
"no, mio marito non avrebbe mai potuto accompagnarmi!"
"figlia mia, perchè? " - insiste il professore gettando uno sguardo di complice intesa con la sig. Nieddu
"mio marito è un ufficiale della marina mercantile e attualmente sta navigando sulla tratta nord-europa/america"
Il professore presa una sedia, si siede e con maggior imbarazzo
"figlia mia, se tuo marito non c'è, chi ti ha violentata? dice scoprendola.
Tea impiega qualche secondo a rispondere perchè guarda incredula le sue cosce....strisce di varie tonalità di bluette e viola vanno dilatando i confini per trasformarsi in chiazze ed ematomi.
" oh Dio!!, ma che cosa va pensando professore...quella è la cerettaaaaa!"
"la ceretta???"
" si professore oggi a mia cognata Carla....."
Gli racconta tutta la storia
"il professore si rilassa e portandosi le mani alla testa
" stupide donne, soffrite per toglierci quel che più ci attrae!"
"Buona notte figliola, quando è previsto l'arrivo del papà?"
"dovrebbe sbarcare i primi giorni di Agosto
"allora goditi queste vacanze, qui siamo una famiglia, appena ti rimetterai ti permetterò qualche passeggiata nel giardino, tanto il bambino arriverà con il suo papà!"
"ma professore, ci vuole tanto tempo? perchè non farmi rientrare a casa?
Uno perchè potresti partorire per strada, due perchè tua cognata farebbe in tempo a farti un'altra ceretta...non si sa mai!!"

 

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