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Loro (i Siciliani) si,
perchè noi no?
di Michele Podda
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Non so che dire, è una notizia questa
che mi carica di vergogna come sardo, e di rabbia come assertore convinto
dell'importanza della nostra lingua come elemento fondamentale della nostra
Cultura e Identità. Ma perchè questi buontemponi di politici
nostri non sono stati in grado da decenni di fare una cosa del genere?
La notizia ha dell'incredibile nella sua semplicità; eccola.
"Si studierà il siciliano nelle scuole dell'Isola. Lo ha deciso
l'Assemblea regionale che ha approvato la norma con un voto bipartisan.
Saranno interessate le elementari, le medie e gli istituti superiori.
Latino, inglese, matematica e siciliano. Si studierà il dialetto
nelle scuole dell'Isola. L'Assemblea regionale ha approvato ieri sera
la legge che istituisce il "siciliano" tra le materie da studiare.
Il testo è stato presentato dal deputato del Movimento per l'autonomia
Nicola D'Agostino.
"Siamo fieri della nostra cultura e delle nostre tradizioni - commenta
a caldo il governatore Raffaele Lombardo - Per questo sono orgoglioso
di questa legge che preserva il nostro immenso patrimonio storico e letterario,
ponendo le premesse per renderlo parte integrante dei processi formativi
delle nuove generazioni".
La legge prevede l'insegnamento delle nuove materie nelle scuole elementari,
medie e superiori. Toccherà adesso all'assessore regionale alla
Formazione, Mario Centorrino, concordare con gli organismi scolastici
le forme per applicare la legge nelle scuole, attraverso il coinvolgimento
dei dirigenti e dei docenti. "Si tratta di una norma a costo zero
per la Regione siciliana - dice il parlamentare D'Agostino - perché
le materie che saranno proposte rientreranno nelle quote degli attuali
piani obbligatori di studio riservate dalla legge Moratti alle Regioni,
senza aumento dell'orario scolastico".
Qui sono quarant'anni e più che si dibatte, si è tutti convinti
che la lingua sarda (LINGUA , non dialetto) si debba assolutamente salvare
dall'estinzione ormai in atto, e si spendono fior di quattrini (voglio
dire milioni di Euro) per Uffici regionali appositi con Direttori, Funzionari
e Impiegati, Addetti agli Sportelli linguistici, contributi a un sacco
di marpioniper pubblicazioni e case editrici, traduzioni di libri e documenti,
trasmissioni RadioTv in pseudo-sardo, giornali e riviste in limba, concorsi
di poesia in mezza Sardegna, convegni e conferenze (tre giorni a Fonni
con oltre 35 "esperti") e chi più ne ha più ne
metta, ma di salvare la nostra lingua, mancu arrastu!
E dire che i Siciliani, zitti zitti, senza grandi clamori e diatribe infinite
e inconcludenti, hanno fatto l'unica cosa che conta: hanno approvato la
legge regionale, maggioranza e opposizione; alla faccia delle nostre guerre
fratricide.
Perchè noi no? Chi rema contro? Di chi le responsabilità?
Ecco gli ASSASSINI della lingua sarda:
1. La Giunta Regionale che, insieme al Consiglio, finora ha cincischiato.
Non ha mai avuto il coraggio di DECIDERE L'INTRODUZIONE DELL'INSEGNAMENTO
OBBLIGATORIO DEL SARDO. Ha sempre girato intorno al problema facendo di
tutto salvo l'unica cosa che contava veramente. La stessa legge 26, che
pure è una buona legge, è invecchiata senza rallentare la
MORTE DELLA LIMBA. Uno dei motivi sbandierati è la mancanza di
denaro, ma 1) i Siciliani approvano la legge senza costi per la Regione;
2) i milioni di Euro spesi dalla RAS bisognerebbe ficcarli negli occhi
di tutti coloro che ricorrono a questo stupido pretesto.
2. I Dirigenti e i Funzionari regionali, che hanno potuto nuotare impunemente
nel sottobosco dei contributi e dei finanziamenti, delle assunzioni e
delle consulenze per decenni, mentre la nostra lingua moriva di stenti.
E' risaputo che qualunque Assessore, per capace e volenteroso che sia,
non può che seguire i consigli, le direttive e dunque la volontà
degli "esperti"del settore responsabili a vari livelli degli
Uffici competenti.
3. I componenti dell'Osservatorio regionale per la Cultura e la Lingua
sarda, quelli attuali e tutti i precedenti, perchè non hanno posto,
come condizione vincolante per accettare l'incarico, l'immediata introduzione
dell'insegnamento obbligatorio del sardo in ogni scuola. Non ho mai sentito
di proteste eclatanti da parte loro nei confronti dell'Assessore o della
Giunta.
4. Tutti i Docenti Universitari di Cagliari e Sassari, e altri esterni,
destinatari a vario titolo di contributi e finanziamenti sotto la voce
"Lingua e Cultura Sarda". Essi avevano competenze, occasione
e titolo per "imporre" alla Giunta regionale l'approvazione
della legge sul sardo a scuola.
5. Il Comitadu pro sa Limba e insieme a loro tutti quegli intellettuali
che a vario titolo (pubblicazioni, case editrici, programmi radiotv...)
hanno usufruito di contributi e finanziamenti da parte della RAS per Lingua
e Cultura sarda. Essi hanno partecipato a convegni, incontri, conferenze
(ultima quella di Fonni a dicembre scorso) e mai uno di loro ha lanciato
una scarpa contro l'occasionale Assessore o contro il Direttore dell'Ufficio
regionale della Lingua sarda, veri responsabili, limitandosi a sterili
proteste all'ONU, al Ministero, alla Malasorte.
Reputo ASSOLUTAMENTE INNOCENTI tutti i sardi, la gente comune, i bambini
che ormai non parlano più sardo da nessuna parte; i giovani che
necessariamente seguono la moda moderna; i genitori che in casa parlano
italiano pur avendo competenza nel sardo; gli anziani che, per essere
VIVI nella società attuale parlano, con grande fatica, un italiano
stentato. Tutti questi SONO VITTIME, non certo responsabili della fine
della LIMBA.
Per salvare il salvabile, ENTRO UN MESE LA "LEGGE SICILIANA"
PER IL SARDO, in modo che il prossimo anno scolastico veda finalmente
l'insegnamento del la nostra lingua in tutte le scuole di ogni ordine
e grado, OBBLIGATORIO PER TUTTI, per DUE o TRE ore settimanali. (21-05-2011)
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