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da L'Unione Sarda del 12 agosto 2004 ______________________
Un
pezzo di storia finisce all'asta
In vendita l'hotel costruito da Piercy
dietro la stazione
CHI ERA PIERCY
Un gallese tra binari e cavalli
Benjamin Piercy arrivò in Sardegna nel 1863: era lingegnere
che aveva ricevuto lincarico dalla Compagnia Reale delle Ferrovie
Sarde (costituitasi a Londra con lo scopo di realizzare la linea
ferrata che doveva collegare Cagliari a Olbia e Chilivani a Porto
Torres) di realizzare il progetto della nascente ferrovia. Come
compenso chiese e ricevette numerosi ettari di terreno a Macomer
e Bolotana. Così realizzò una delle più moderne
aziende agricole di fine 800, introducendo razze di cavalli
e mucche sconosciute allepoca. Costruì anche una maestosa
villa, facendo sbarcare lo stile inglese nel bosco di Badde Salighes.
Una villa che la nipote Vera Piercy, sposata con il conte Mameli
di Oristano, ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, rese famosa
con lorganizzazione di feste che fecero registrare la presenza
delle maggiori nobiltà sia inglesi che italiane dell'epoca.
Luigi Ladu
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Elio
Vittorini, nel suo viaggio in Sardegna, di quellalbergo a un passo
dalla linea ferrata, tra poche costruzioni sparse ai lati di una strada
larga e odorante di carrube, ricorda la cameriera parca di asciugamani,
materassi e lenzuola. Tanto disavvezza alle cortesie del mestiere da nutrire
la segreta speranza che «capiti un terremoto», capace di ingoiare
clienti troppo pretenziosi. E di robuste scosse la storica palazzina che
lingegnere gallese Benjamin Piercy fautore della ferrovia, signore
di Badde e Salighes, volle erigere per ospitare i viaggiatori in
sosta alla stazione di Macomer ne ha subìto più duna:
ristorante e poi albergo, dietro i fasti di un passato di viaggiatori
illustri e di bisbetiche inservienti, rivela anni di incuria e di abbandono.
Giorni di furie teppistiche e di liberi voli duccelli hanno ingoiato,
sotto la cenere e il guano, le memorie dei tempi doro delle Ferrovie
Reali. Divorate, in parte, dai restauri che hanno adeguato il primo piano
a mensa dei ferrovieri.
E oggi, signori e signori (cè tempo sino al 15 settembre),
si vende. Non sarà sufficiente una rigorosa lucidata, ma limmobile
vale. Come un gioiello di un passato che non cè più
e che merita di essere rinverdito: era il primo luglio del 1880 quando,
con linaugurazione della linea ferroviaria e con lavveniristica
politica agraria e industriale di Benjamin Piercy, Macomer iniziò
a sentire stretti i panni di borgo rurale e a tagliare il nastro verso
un futuro di dinamici caseifici e del lanificio Alas.
LOFFERTA.
Lannuncio di vendita è stato pubblicato, in una pagina a
colori affollata di caseggiati e splendidi palazzi, lo scorso mese da
Ferrovie Real estate, società nata a seguito delle cartolarizzazioni
avviate dal Governo: «Fabbricato ex Ferrotel ubicato in piazza delle
Due Stazioni, composto da tre piani fuori terra e uno interrato, per una
superficie lorda complessiva di 1800 metri quadri circa». Il prezzo
base della gara è di 234 mila euro, le offerte dovranno pervenire
entro il 15 settembre.
LE PROPOSTE. Se qualche privato sta cullando il sogno di regalare
una nuova giovinezza alla possente struttura ancora non lo ha dato a vedere.
Il Comune, invece, un pensierino a quello scrigno di storia locale lo
ha pure fatto, ma in tempi di ristrettezze economiche appare persino troppo
ardito: «Lultima finanziaria ha ridotto allosso le risorse
a nostra disposizione», dice Roberto Falchi, assessore allAmbiente,
«un problema di cui investiremo il Consiglio comunale che si riunirà
dopo la pausa estiva. In queste condizioni è certamente difficile
mettere nel conto investimenti straordinari, senza intaccare i bisogni
primari della popolazione. Certamente ci piacerebbe acquisirlo (così
come vorremmo fare per altre storiche costruzioni) e farne una struttura
viva e pulsante, magari in collaborazione con le Ferrovie dello Stato».
IL RITRATTO. Elio Vittorini, il celebre autore di Conversazione
in Sicilia, tratteggia un ritratto memorabile dellalbergo
in Sardegna come uninfanzia, pubblicato nel 1936: «Lalbergo
mi piace, è nuovo, ha larghi atrii nudi a ogni piano, larghe scale;
una vera casona di campagna, non finita di mobiliare». Pochi arredi
e suppellettili («sembra la sala di terza di una sperduta stazione
ferroviaria») negli ambienti comuni e nelle camere da letto: «In
verde pisello, con un soffitto a fiori, senza tende alle finestre. Vi
sono due lettini in ferro nero, come usavano cinquantanni fa nelle
case degli impiegati». Poi una catinella bianca dentro un treppiedi
di ferro, un cassettone «dai tiretti spalancati e una bambolona
cocottesca, rosea, inginocchiata a sfilarsi la camicia che, certo qualche
commesso viaggiatore napoletano ha dovuto lasciare qui a saldo del conto».
E poi la cameriera urlante, bambina nonostante i trentanni, che,
affannandosi su e giù per lo scalone, spera segretamente nel terremoto.
(Manuela Arca)
BOLOTANA
Un giardino botanico a Badde Salighes
Dopo 15 anni di attesa rivivrà la villa nel bosco
Si sono dovuti aspettare 15 anni, ma lattesa non è
stata vana. A Badde Salighes, simbolo ambientale della Sardegna centrale,
piovono milioni di euro finanziati a suo tempo dalla Regione, che verranno
finalmente spesi per il recupero dellantica villa Piercy e per la
realizzazione del Giardino Botanico Montano. A oltre mille metri dal livello
del mare, nel paradiso creato nella seconda metà dell800
da Benjamin Piercy, lingegnere gallese che progettò e costruì
le ferrovie in Sardegna, presto sarà avviata unopera grandiosa,
che valorizzerà concretamente lintera montagna del Marghine.
Per un importo di un milione e 189 mila euro sono state avviate dalla
Comunità montana le procedure per lappalto dei lavori per
il recupero dellantica villa fatta costruire da Piercy e dove fino
al 1966 abitò la nipote Vera, la contessa di Badde Salighes, scomparsa
nel 1979.
Ledificio, una ricostruzione in miniatura dei manieri britannici,
sede del potere per centinaia di pastori e contadini per oltre 70 anni,
caduto in mano ai vandali e danneggiato anche dallincuria e dai
ladri, sarà subito ristrutturato e solo per il restauro degli affreschi
interni sono stati finanziati circa 335 mila euro. Per Badde Salighes
i lavori sono stati appaltati e già in esecuzione per un importo
di 760 mila euro per la realizzazione delle infrastrutture primarie, quali
strade, condotte di acqua, fogne e recinzioni originali, con muretti a
secco.
Sarà intanto avviata la ricerca delle essenze che sono fuori dal
perimetro del giardino botanico e messe allinterno per un importo
di 270 mila euro. Un milione e 140 mila euro, invece, saranno spesi per
la costruzione di un erbario, oltre la realizzazione dei servizi igienici,
laccettazione e altri servizi indispensabili per il funzionamento
del Giardino Botanico e dellintero parco. Sarà realizzato
anche un vivaio di piante autoctone, per il quale sono stati finanziati
365 mila euro. Queste opere, tuttavia, sono subordinate allapprovazione
della variante del Piano urbanistico da parte del Comune di Bolotana,
che tanto ha sollecitato in questi ultimi anni lavvio dei lavori.
Lamministrazione comunale ha mostrato piena disponibilità
ad approvare in tempi brevi la variante al Puc. «Non posso che esprimere
soddisfazione per essere giunti alla fine di un iter estremamente travagliato
- commenta il presidente della Comunità montana Giovanni Soro -
un iter lunghissimo, che ha richiesto notevoli energie per giungere finalmente
allavvio dei lavori per opere di estrema importanza. Con il recupero
di questi beni ambientali ed architettonici, si valorizza la montagna
e ci sarà un nuovo impulso per lo sviluppo turistico».
Francesco Oggianu
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