Francesco Masala


Francesco Masala: la voce dei vinti

Il poeta, scrittore e saggista Francesco Masala, nacque a Nughedu San Nicolò il 17 settembre 1916. “Sono nato in un villaggio di contadini e di pastori, fra Goceano e Logudoro, nella Sardegna settentrionale e, durante la mia infanzia, ho sentito parlare e ho parlato solo in lingua sarda” (da Il Parroco di Arasolè).

Frequentando le classi elementari scoprì i primi disagi di confrontarsi obbligatoriamente con la “lingua Patria” e si vide proibita la possibilità “di parlare l’unica lingua che conosceva”. Un primo segno, per il futuro intellettuale presidente del Premio letterario “Città Ozieri” e del “Comitadu pro sa limba”, che connotò il suo rapporto tra lo stato italiano e “nazione sarda”. Prosegue gli studi a Ozieri, Sassari e a Roma, dove si laurea in lettere all’Università La Sapienza. Partecipa alla seconda guerra mondiale da combattente nel fronte jugoslavo e russo, dove fu ferito e si meritò una decorazione al valor militare. Masala si dedicò all’insegnamento, prima a Sassari e successivamente a Cagliari, ma fu soprattutto un appassionato studioso di lingua e cultura sarda. Da scrittore bilingue ha pubblicato numerosi libri di poesia, narrativa, di teatro, di saggistica e critica letteraria; instancabile giornalista pubblicista, collaborò a diversi quotidiani e riviste. Come poeta nel 1951 vinse il Premio Grazia Deledda, nel 1956 il Premio Chianciano per la raccolta di poesie “Pane nero“. Nel 1962 pubblicò “Quelli dalle labbra bianche” per l’editore Giangiacomo Feltrinelli, nel 1981 Poesias in duas limbas per Vanni Scheiwiller. La sua opera più conosciuta è Quelli dalle labbra bianche o Sos Laribiancos (I Dimenticati) da cui nel 1999 è stato realizzato un film, sceneggiato e diretto da Piero Livi. In ricordo di Masala, scomparso a Cagliari il 23 gennaio 2007, è stato istituito dall’associazione culturale Arcipelago un premio per il teatro.
La complessiva opera di Francesco Masala rappresenta la sua etica e concezione del mondo, dove la Sardegna è radicalmente sconvolta (da guerre, dall’emigrazione, dall’industrializzazione e dai dominatori di turno) e ribaltata nel suo più profondo senso identitario e antropologico. Masala scrive con genuina vigorosa vitalità – da idealista visionario vuole dare principalmente “voce ai vinti” e “smuovere l’animo sonnacchioso di molti sardi” – e allo stesso tempo stilla una sofferta e scomoda poesia da provocatore e audace combattente. (C.P.)

  1. Cantone de sas ispigadores
  2. Cantone de su campanarzu de Arasolè
  3. Lìttera de sa muzere de s’emigradu
  4. Sa promissa isposa

CONTOS

COSTANTINO LONGU    FRANCESCHINO SATTA     POESIE IN LINGUA ITALIANA

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