Giovanni Soro

Giovanni Soro nasce nel 1942 a Chiaramonti e qui vive. I primi versi li compone fin da adolescente. Gli piace “poetare”, cimentandosi talvolta col padre, che si diletta a improvvisare ottave in sardo, in occasione di “tusorzos” e “porchinados”.
I suoi primi versi, anche in lingua italiana, sono pervasi da certa malinconia e indulgono al pessimismo. Gli piace sottolineare di far parte di quel gruppo di poeti cosiddetti “innovatori”; e cioè di coloro che, scandalizzando un po’ gli appassionati della poesia sarda in rima, iniziano a comporre in versi sciolti. Ed è seguendo questa nuova corrente che un Giovanni Soro appena ventenne richiama l’attenzione della giuria del 7. Premio Città di Ozieri (1962): lo gratificano con una segnalazione per “Notte incantada”, che pubblichiamo nella pagina che segue. Soro non si occupa soltanto di poesia. Laureatosi in materie letterarie, insegna alle medie e conclude la carriera scolastica come dirigente. Da giovane pratica vari sport: un assaggino di boxe, quindi pallavolo e calcio. Per alcune stagioni difende la porta della squadra locale. Che poi amministra come dirigente. Contribuisce alla fondazione e alla gestione della società ciclistica Chiaramar (Chiaramonti e Martis). Della quale non resta traccia.
Da oltre trent'anni è ispettore onorario per l'archeologia relativamente al territorio di Chiaramonti. Dal 1976 fa parte del “Coro Perfugas di Matteo Peru”, fondato dal celebre cantore aggese. Che, fino alla sua scomparsa, dirige il gruppo con piglio deciso e lo porta al successo in campo regionale, nazionale e internazionale. Peru scompare novantenne in questo XXI secolo. Ma l’opera da lui avviata prosegue il cammino. Il “suo” coro, fra l’altro, promuove e organizza annualmente a Perfugas un festival internazionale del folklore. Vi partecipano formazioni di varia provenienza (Federazione Russa, Scozia, Francia, Belgio e altre).
Soro partecipa attivamente anche alla vita pubblica: siede sui banchi del consiglio comunale di Chiaramonti dal 1970 al 1975 e, come sindaco, guida il Comune dal 1990 al 1993. E poiché non intende tradire le proprie radici contadine, ama la campagna, alla quale dedica parte del proprio tempo libero: coltiva personalmente un vigneto, un frutteto e l’orto.
Ma la passione per la poesia non lo abbandona. Di tanto in tanto, continua a comporre versi in limba. Gli piace riandare col pensiero a un componimento pensato e messo su carta proprio mentre veniva al mondo il suo primogenito Pier Mario. Avremo modo di pubblicarlo fra breve. (Carlo Patatu)

  1. Abbrazza s'ispera
  2. Bentu
  3. Bos hapo dadu
  4. Cantos ammentos
  5. Orgosolo
  6. Timidas oras

CONTOS

COSTANTINO LONGU    FRANCESCHINO SATTA    POESIE IN LINGUA ITALIANA

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