La pietà
umana
che tempra il vivere
balena e rifugge
dai sentimenti che uniscono
alla terra alla natura –
anime senza approdo
-perse nella tempesta-
inseguono come marinai
i naufragi doloranti
della maltrattata Genova.
Accidenti al G8
e ai Black Bloc!...
Ai colpevoli guasti
e silenzi indulgenti
nel confronto degli scontri.
A chi strazia la ragione
con la violenza di sassaiole
di blindati in fiamme
di mazze ferrate
di zone rosse e gialle.
A tutte le guerriglie
a tutte le irruzioni.
Accidenti!... mi sfugge
la pietà di una morte
nella cronaca della battaglia.
DIECI ANNI DAL G8 DI
GENOVA
Sono trascorsi dieci anni dal G8 di Genova e le immagini televisive
della gratuita violenza di alcune frange di “manifestanti”
è ancora viva nella memoria collettiva. Ma ancor più
sanguina la ferita (non rimarginata e senza riconciliazione) per
le tante responsabilità politiche, per la repressione attuata
verso pacifisti e no global, per il blitz all’ostello della
scuola Diaz, per i diritti costituzionali ed umani calpestati a
Bolzaneto e la rabbia infinita (senza se e senza ma!) per vittima
di piazza Alimonda. Gli eventi del luglio 2001 hanno segnato la
fine, forse, dell’illusorio sogno di un altro mondo e società:
di una società sensibile e attenta alle ingiustizie e ai
tanti, speculativi, squilibri economici mondiali. Genova rimane
una città simbolo e soprattutto ferita, a cui -dice il sindaco-
“lo Stato non ha mai chiesto scusa”… Accidenti!
(Cristoforo Puddu 13-07-2011)