Tra acclivi
di graniti
rasi da scabri
il tombo che mi attrae
non è rumore; ma un'eco ingorda
di un tafone
prono;
concavo all'onda
che vi s'ingobba piena
a rifluire in gorghi nati appena
… e poi trasborda;
ed il respiro
è spuma
che ad alitare il giorno sciama
disteso in luci incerte nell'azzurro;
avaro tra le spire della bruma.
di una vela
il bianco
prende il vento
e quello della sia già consuma
nel solco ove la rotta si rivela:
nota da
sempre alla polena
falba e dal sale abrasa;
china ai filetti fluidi della prua
guarda dall'alto come una cimasa.
Una staticità
si muove
nelle acque di un passato franto;
soltanto il tempo è immoto
sul mio sguardo vago …
alla ricerca fatua del suo "dove !?!"
(06 06.03)