Entra
con me nel nulla che conosco,
dove l’anima langue e non respira,
e poi tu mi dirai da dove spira
il vento che soffiava dentro il bosco.
Dove infiammava nari di
profumi,
e gli occhi di riverberi e colori
dagli squarci d’azzurro, dentro i fori
delle fronde piegate e dai frantumi
del sole che accendeva i suoi clamori.
Entra con me, poesia, nel
cuore spento
dell’ora che non trova la parola
per dire di delizia quando vola
la vela di ogni umano sentimento.
Entra, come facesti tante
volte
che avevi a cura la malinconia
della quale soffrivo per malia
di propensioni che non ho risolte.
Mi prenderai per mano e
sarai buona
compagna nei silenzi senza rima
fino a svelarmi il senso, come prima,
del rintocco di un verso se risuona.
Avrò da te le musiche
e i sottili
accenni di stupore in quei momenti
che ti dedicherò, e gl’intimi intenti
sapranno superare angosce e vili
vuoti d’azzurro dentro i cuori spenti.
E i sogni, anche leggiadri
e molto lesti,
sapranno darmi i fumi dell’oblio,
negli angoli di amaro dove anch’ io
cado, sconfitto dai ricordi mesti. |