Attesi, poi ancora giorno
di Nunzio Buono

Erano lunghe attese
in quel lasciare di mano, e vuoto
ingigantito dallo spazio informe

dicesti, torno

poi, sgranai silenzi e sole
per illuminare le notti
in camerate d’ombre

le scarpe avevano
distanze a suole nuove
e restarono consunte al giorno dei sorrisi

avrei voluto udire quel treno
con mano tesa, a cercare del vento il senso
in quei corridoi di voci d’eco

girasoli, avevano lo sguardo della notte
chini a cercare sete
e non conobbi estate

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