Bianco Pastore di Ararat
di Aran

Un sole accecante,
altissimo in cielo,
d'un bianco abbagliante.
I sassi son caldi, roventi,
nell'aria,
il silenzio più grande.
L'erba è piegata, bruciata,
lontano l'aria che tremula
piega le cose,
distorce,
raddrizza le immagini, i monti,
il vasto orizzonte.

Tu, avvolto in candita veste,
stai immoto,
con gli occhi socchiusi discerni
il tuo gregge, che sparso risale
la china sassosa.
Guardi lontano, oltre il monte,
o bianco pastore di Ararat,
né l'anima tua si sgomenta o
spaura nel grande deserto;
La tua solitudine è colma di amore.

Questa poesia, č stata inviata da Luciano Canfora, Responsabile della rivista "Il Notiziario", mensile di attualitā del C.C.R.S. Circolo Culturale Palazzo di Giustizia di Roma. La stessa poesia č pubblicata all'interno della rivista nella sezione: "L'Angolo della Poesia".             

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