L’ALLUVIONE DEL 28 NOVEMBRE 2020
La tua gloria,
o mia piccola Roma,
oggi avrei voluto a te cantare
e non immaginavo di parlare
del “ciclone” che t’ha ridotto in coma.
Piango con
voi, o gente “vitzichesa”,
prego per Lia trascinata lontano
Bore sepolto sotto l’uragano
Peppino colto in casa di sorpresa.
La travolgente
mortale alluvione
ha sconvolto il villaggio in un momento
gridavan tutti pieni di spavento
quando è disceso il tremendo acquazzone.
Ogni tua
strada è diventata un fiume
nei campi il pastore è disperato
le case hanno il volto sfigurato
il paese è rimasto senza un lume.
La piazza
è una fanghiglia di detriti
distrutta da torrenti travolgenti,
sommersi dalle onde sconvolgenti
i tuoi abitanti fuggono atterriti.
Il flagello
“Cleopatra” alle tue porte
era giunto da soli sette anni
non sospettavi che nuovi malanni
ti avrebbero prostrato nella morte.
Questa tragedia
che non ha risposte
è una calamità che tutto inghiotte
il sole si è oscurato, e nella notte
anche le stelle si sono nascoste.
Per buona sorte la “Protezion Civile”
il sindaco e tutti i volontari
spalano, e son “tottus in pari”
accorsi presto attorno al campanile.
Bitti !
Sei sempre forte e laboriosa
il cuore non smarrisce la speranza
combatti in armonia e con costanza
San Giorgio ti farà più coraggiosa!