Chiaramonti
di Mons. Pietro Meloni

T z a r a m o n t e !
Monte chiaro e lucente
e grazioso borgo dell’Anglona
germogliato all’ombra del castello
icona della nobiltà dei Doria
e della dignità della tua gente
sempre in cammino verso nuove mete
di civiltà, cultura ed accoglienza !

Vedo le orme dei tuoi monumenti
negli archi e nelle mura del maniero
nei tuoi “carruzzos” e nelle “carrelas”
nelle brune facciate dei “palatos”
e le tue pievi svelano la fede
comunicata dalle madri ai figli
nei focolari inondati d’amore.

I tuoi giovani andavano ogni giorno
a coltivar gli steli delle spighe
che alla gioiosa festa de “s’arzola”
biondeggiavano nei chicchi di grano.
Le tue donne dalle mani d’oro
impastavan la docile farina
e il profumo del pane appena cotto
inondava la mensa di allegria.

Quel “pane” sull’altare
trasfigurato in “pane della vita”
seminava la pace fra la gente.

E nel villaggio crebbero le chiese
“San Matteo” del castello a “Monte ‘e Cheja”
e il nuovo tempio del santo patrono
che convoca i fedeli alla preghiera
al suon delle campane mattutine.
La fede brilla il giorno della festa
ornata da costumi variopinti
di cavalieri e dame nella danza.
E le feste campestri ancor risplendono
a “Santa Giusta ‘e s’Abba” nella valle
ed alla “Santa Maria Maddalena”
perla di roccia ricamata col cuore.

I riti arcaici tra nuraghi e fonti
alla luce e alla fiamma del Vangelo
son gesti di concordia e di preghiera
che invocan pace anche per gli antenati
dormienti in necropoli scavate
sotto le aspre rupi a “Su Murrone”.

Se ti aggiri nei campi un po’ scoscesi
tra i cardi puoi veder qualche asinello
compagno di lavoro dei pastori
che spingon pecorelle all’erba verde
e la sera le mungono a fatica
per far dal latte il piccante pecorino.
Volgendoti alla “Punta ‘e s’Arrocu”
nell’autunno tra i muschi ed i licheni
vedi affiorare i funghi di ferula
candidi prataioli e “antunna ‘era”.
Dai vetusti mulini spinti ad acqua
vedi scorrere lente cascatelle
che formano minuscoli laghetti
contornati da salici e da olmi
e da solenni olivastri silvestri.

Se risali all’alta roccaforte
il tuo sguardo abbraccia l’orizzonte
da “Su Sassu” ai monti del Limbara
a Monte Ruiu che avvolge Casteldoria
fino al mare che guarda l’Asinara.

Quando è sera fermati sul monte
vedrai il tramonto dai riflessi d’oro.
Torna infine al paese e ripercorri
gli oscuri carruggi verso casa
e chiaro il campanil sotto la luna
farà squillar la dolce “Ave Maria”.