...e tra le alghe
rorida ti colsi
Sciabordava la sera sonnolenta
su scie di lampare e larghi giri
di garruli gabbiani e da ponente
corbezzoli di luce in trame d’oro
sulla battigia appena borbottante
spandeva e scintillii l’ultimo sole.
E tu, Nausica, gli occhi di corallo
impudichi volgevi all’Asinara
l’Ippocampo invocando che sul carro
l’Eroe ti portasse della fiaba
di salsedine lordo che sognavi
errabondo per mare senza legni.
Ristette l’assiolo nell’anfratto
dal magma impietrito del tuo sguardo
né di sbrigliare Eolo all’occaso
tentò dall’otre la furente Bòrea.
Ma non dal mare ti portò la notte
del nèttare la vela e dell’ambrosia.
Era al tuo fianco Ulisse...e navigare
sulle onde con te volle dei miti
sino allo scoglio dell’Eros estremo.
E fu così che, complice la Luna,
a me ti strinsi balenando approdi
...e tra le alghe rorida ti colsi.
Tonino Rubattu
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