Estate
di Francesca Moro
L’estate è
un lungo giorno
troppo lungo senza poter
dormire
ho lasciato i pensieri in
frantumi
tra i resti levigati sul bagnasciuga
e una medusa morta orlata di blu
chi sa che non sappiano
anche loro
tracciare scie per mani impazienti
gente che porta tutto a casa per ricordo
cose che parlano un linguaggio
muto
nell’abbandono di nature morte nascoste agli occhi
in angoli dimenticati d’una soffitta che non riceve
in compagnia di mosaici
improvvisati
un triangolo di rete e una vecchia forbicina
un raggio che dal lucernario bagna tutto d’oro
e agli occhi di bimbi disubbidienti
diventa meraviglia da conquista
non c’erano i frammenti di pensieri
li ha usati un pittore in assenza di colori
sono lì ricomposti sulla tela
sotto un velo di finale protettiva
ora fanno la spia