L’eco
del 8 marzo
di Angelica Piras
L’eco di questa data
Risuona senza sosta
Nel mio sentire
E non ci sono ne risa
Ne stupide cene
Dove la donna
Diventa per mano sua
Ancora merce.
Parassiti del consumismo
Muoiono tra le trame
Di questi versi.
Sento strisciare sulla pelle
Urla sconsolate
E senza tregua scorrono
fotogrammi di dolore
Che ardono
Sopra stupidi banchetti
In questa giornata senza respiro
Va in cenere
Il vero senso del ricordo.
Cambiano le date
Le città
I volti
Il sesso
I tempi
Ma una cosa resta identica
La morte della vita
Per mano della crudeltà
Posata sulle mani dell’essere umano.
Si è festa
Ma è festa per la lotta al rispetto
Della donna
Come per l’uomo
Rispetto della libertà
Del diritto d’espressione
Del diritto alla vita
Senza schiamazzi e fiori
Porgo il mio azzurro augurio
A tutte le donne e gli uomini
Che conservano ancora nel cuore
L’amore per la vita
e il rispetto della vita.