LA
BALLATA DEL GIRAMONDO
(A Joan Baez, menestrella di dolore e di speranza.)
(1° Premio
al XII° Concorso Letterario Nazionale
“Eleonora d’Arborea” – Bologna 1975)
Medaglia d’oro al V° Concorso Internazionale di
Poesia “Nepetia” – Amantea 1974)
Per troppo tempo ho amato la bambagia,
per troppo tempo ho preferito non vedere,
ed ora giro il mondo, fratello,
per farti conoscere ciò che non puoi ignorare.
Io giro il mondo
ed ho visto mille volti stanchi
per strade senza nome
battere i denti e piangere per fame.
Io giro il mondo
ed ho visto mille donne incinte
battere lunghi marciapiedi
e allattare i figli con lacrime soltanto.
Ho visto bimbi nudi
io che giro il mondo
strappare dalla bocca di luridi maiali
torsoli di mela e bucce di patate.
Ho visto vecchi emaciati
succhiati da mosche schifose
stesi sulla polvere piena di sputi
attendere rassegnati la fine.
Io giro il mondo
ed ho visto i ghetti maledetti e le baracche
infami; ho visto padre e figlia
abbracciati sullo stesso letto di canne.
E tu, tu che non giri il mondo,
tu che hai una casa di mattoni
e il fuoco acceso,
tu che non mostri il petto allattando,
tu padre soddisfatto, tu sposa felice,
tu giovane in camice e in toga,
tu che non giri il mondo,
tu, fratello dei miei fratelli,
sai cos’è la lebbra?
L’hai mai vista in faccia?
L’hai mai toccata con le tue mani pulite?
Io che giro il mondo
ho gustato il bacio di un bimbo lebbroso.
Io, io che giro il mondo
so cos’è il profumo della lebbra.
Ed ora che fai? Ti alzi! Scappi!
No, fratello, non temere. Nessuno di loro
sfiorerà la tua guancia paffuta,
nessuno di loro ti porterà via le pantofole.
No, non fuggire! Non fuggire anche tu!
Io che giro il mondo
ho visto tanta gente scappare lontano
inseguita da braccia senza mani,
da mani senza dita.
Ho visto il Mekong piangere
io che giro il mondo,
e triste gettare nel mare braccia di bimbi,
cuori di sposa,
teste mozze ancora con l’elmo.
Ho voltato ad ogni angolo di strada
io che giro il mondo,
ed ho visto mani tese nella preghiera,
volti affranti trattenere il singhiozzo.
Questo il mio mondo. Questo il tuo mondo.
Ed ora, fratello, ora che avverti
il fetore della tua coscienza
schiava di un egoismo imbelle,
ora verrai con me,
sì verrai!
e sarai anche tu un giramondo,
sì, sarai anche tu un giramondo!
Io ti ho dato la chitarra.
Ed ora va’, fratello, va’,
va’ e suona… suona… suona…
Tonino Rubattu
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