Il vaporetto
danza sulle onde
e s'invola veloce
dal porto di Palau all'arcipelago
attraversando il gran “lago” del mare
e spalancando
l'immensità dell'azzurro orizzonte
nello scrigno splendente
della terra e del cielo.
Ora sfioriamo
il lembo
di Santo Stefano
con la verde colonna che ricorda
i caduti del mare
e da vicino appare
maestosa
L a M a d d a l e n a .
L'isola
svela a tutti la sua storia
e il mistero del nome
nato per far memoria della santa
che dal lontano Mar di Galilea
e dal Sepolcro di Gerusalemme
arcanamente giunse nelle Gallie
e il vento
la sospinse in Sardegna.
Sull'altura
scorgiamo Guardia Vecchia
faro lucente che illumina il golfo
e guida i naviganti al porticciolo
sicuro approdo di Cala Gavetta
sovrastato da case e palazzetti
segno di nobiltà dei marinai
che abitavano accanto agli ammiragli
della Piazza Comando.
L'arcipelago
fin dal tempo antico
udì l'annunzio del Santo Vangelo
che risuonò per secoli
dalla gloriosa chiesa
di “Maria Maddalena”
che cercava piangendo il suo Maestro
e per prima incontrò Gesù Risorto
sentendosi chiamare “Miriàm”!
È
lei che ha guidato alla missione
le brave “Figlie della Carità”
per seminar “virtute e conoscenza”.
Nella bella
città aleggia ancora
lo spirito del pastore don Capula
che con coraggio e cristiana fermezza
guidava il suo equipaggio verso il cielo
sotto lo sguardo della Trinità
dipinta nella pieve su in collina
detta latinamente “Santa Trìnita”.
A piedi
percorriamo l'isolotto
per ammirar dai “nidi delle aquile”
le incantevoli isole d'attorno
Santa Maria, Spargi e Spargiotto
Giardinelli e Razzoli
e la spiaggetta rosa di Budelli.
Rivolgendo lo sguardo alla Gallura
vediam “Punta Sardegna”
che occhieggia al “Capo d'Orso”
leggendario granito
cantato dal poeta cieco Omero.
Nel borgo
di Moneta la chiesetta
dell'Agonia che ricorda Don Riva.
Poi varcato l'angusto ponticello
costeggiamo Stagnali
e saliamo a Caprera
austero mausoleo
dell'eroe dei due mondi
che dal marmoreo volto
guarda la nuova Italia conquistata.
All'orizzonte
aspra e scoscesa l'isola gemella
la Corsica
che generò Napoleone il grande.
Soltanto “Maddalena” osa vantarsi
d'essere stata di lui più grande
quando il Capitano Millelire
allontanò l'insidia del gran Corso.
Riprendiamo
il cammino
dal porto alle calette
oltrepassiamo Tegge ed il Padule
vediamo il “Nido d'Aquila”
il Carlotto e la Cala dei Francesi
e si mostra ondeggiante
ai nostri occhi
il mare sconfinato.
La gente
ancora pensa
che proprio qui vicino tra le rocce
sia vissuto in esilio San Ponziano
il vescovo di Roma “ad metalla”.
Ed ecco luminosa sulla roccia
si erge la nicchia della Madonnetta
estatica visione celestiale
che invita al silenzio e alla preghiera.
Maddalena!...
Il profumo
del mare
al tramontar del sole
si diffonde nell'aria vespertina
insieme al sacro aroma della santa
dolce amica di Cristo “Miriàm”.
25 ottobre
2018
SASSARI