Luras !
Rivestita
di sole
abbracciata dal verde degli olivi
circonfusa di aromi dei vigneti
ti risvegli al mattino
fin dalle prime luci dell’aurora
e la tua gente scalpita
ponendo mano alle arti del suo ingegno
e si appresta a girare per il mondo.
Tu sei Gallura
e pure non lo sembri
per la diversità della tua lingua
isola dentro l’isola
che vanta sue ascendenze in Terra Santa.
La preziosa
corona del “Rosario”
scorre ancor tra le dita e tra le labbra
di tutte le tue donne nelle case
e unanime risuona
all’ombra della chiesa
“Vergine del Rosario”.
Nel tuo tempio maestoso
le arcate somiglianti a monumenti
rivelano la fede dei tuoi avi
saldi come colonne di granito.
Il popolo
geniale
si ispira alla splendente “madre terra”
ricca di doni variopinti
dalle colline del Monte Limbara
giù fino al lago del gran fiume Liscia
nella pianura e sù per Lo Sfossato
a Valdicorru e all’alto Canaili
ove la squilla di “Santu Micali”
ti fa sentir vicino
al cuore di “Maria di Locusantu”.
La chiesa
delle Grazie e San Leonardo
e tutti gli accoglienti santuari
celebran feste di gioia e preghiera
olezzanti
di porcetti, rivea e culurzones.
E a briglia sciolta appare
la schiera dei cavalli galoppanti
mentre sù nel villaggio
“odi spesso un tuonar di ferree canne”.
I contadini
ricurvi sugli aratri tra le zolle
ricamano la terra
ed il buon grano dà fior di farina
per la festa esultante dell’agliòla.
I “carrulanti”
coi carri a buoi la trasportano in canto
ai mulini ed ai forni casarecci
e il profumo del pane
rende serena e lieta ogni famiglia.
I pastori
pascolano lenti le greggi e gli armenti.
Luras!
Sono tua
gloria gli olivastri antichi
che narrano i millenni della storia,
e le querce ed i lecci e gli agrifogli.
Le tue viti educate con amore
e i vini profumati
rallegrano assetati bevitori
nel tuo villaggio e in giro per il mondo.
Le acque
dei fiumicelli
che inondano benefici la terra
infusero paura agli abitanti
nel giorno proverbiale
de “s’imbuffada ‘e su riu de Carana”.
Luras!
O terra
di bambini sorridenti
orgoglio delle mamme e dei papà
e dei nonni sapienti e “rasgiunanti”.
Terra ricca di giovani loquaci
che non si stancan mai
di correr tra stradette e vicoletti.
Terra di gran cantori e suonatori
dall’allegra pungente ironia
che accolgono festanti i forestieri.
O terra
dell’artista
che scolpì per il Papa Voityla
pellegrino in terra di Sardegna
la “Madonna di sughero”,
custodisci per sempre
la benedizione di San Pietro.
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Sassari 8 aprile 2018