Maree
di Vanna Flore
Fu l’incanto delle
maree a transmutare ogni cosa.
L’incaglio dei pali dei casotti
sulla spiaggia invernale divisa tra il sole e la luna.
E tacque l’inadempienza e l’intemperanza delle cose.
E fu duna. E fu mare.
Ombra come su un naviglio dimenticato in porto
l’oblio che si fa sera e rimira.
Palafitte in chiaroscuro nella teatralità dell’effimero,
scheletri di legno di un tempo trascorso.
Chissà se qualcuno venendo da lontano
li cerca ancora.
Mi riveste la chiacchierata dell’acqua,
mi spettina il vento ed il sale.
Solo di sabbia e sedie dimenticate l’inciampo,
il rientro a piedi nell’acqua è più sereno.