MATRIMONIO DI
PROVINCIA
Schiavi del tempo pagato
gli artisti percossero le note
che evasero nell'aria
come rumore di randello alla schiena
di un asino stanco, vecchio
che non ce la fa più a chiudere
con le fatiche l'ultima campagna
a un irriverente padrone
che sempre aveva inteso
per l'amore bisogna passare
prima per la tortuosa via del pane
I suoni invogliarono il vino alle gole
si allentarono i cappi dell' ornamento
e pigri sul curvo di pance stressate
giocavano il collo infiammato da canti
scorticato da parole oliate
da bicchieri rovesciati alle bocche
Gli sposi si cercarono gli occhi
e non si riconobbero
il desiderio bestiale si anteponeva
alle promesse di chiesa
di carezze e più baci che spianano lenta la
via dell'amore e bianche lenzuola
attendevano caste e curate da donne
che ormai non ricordavano loro virtù
consumate e nell'esempio
del giorno volevano ne ricordo
riviverle
Fuori i cani abbaiavano
e spartivano nella conta dei denti
le ossa che non avevano
e giocate tra piedi di bimbi
a driblare gli adulti farfuglianti alle note
nascondevano rutti
coperti da una fisarmonica zoppa
dalla tosse di un piano
dai nervi tesi di una chitarra
Nel cielo le stelle supplicavano il giorno
e il solo avvocato alla festa
voltò la schiena alla scena
affilando tra i denti un sussurro
...torneranno per chiedermi
più in là dimentichi di ogni lealtà
ad aiutarli con mio compenso
... a scannarsi
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Michael Santhers - da: Soste precarie