Metto via
anche questo Natale
passato con l’anno vecchio ormai.
Già viviamo nel nuovo che cammina
con passo uguale a quello di prima.
Metto via anche l’Epifania
che non ha più le calze colorate
delle dolci sorprese per i figli
occhi stupiti allora nell’innocente gioco
e da tempo hanno smesso di giocare.
Il presepe.. un sospiro a ogni pezzo
che adagio spolvero e accarezzo
va tra le cose da mettere a dormire.
Stacco piano gli addobbi delicati
torna la tenerezza di quella me bambina
e li conservo col finto alberello
da anni sempre quello di molti inverni ormai:
ma so ridargli vita con fili colorati e luci nuove
intermittenze quiete e soporose.
Forme d’argento tolgo e ridispongo
sul giaciglio di ovatta e di pagliuzze
le tessere di un puzzle che compongo
e scompongo anche se qualche tessera
si logora ogni tanto o fragile si rompe
e non trovo il ricambio e spazi ciechi
restano: partenze assenze oggetti smarriti
e ricordi anche quelli un poco sbiaditi..
E piango piano per la malinconia
di quel che il tempo con sapiente regia
seguendo il suo copione si sta portando via.
Perché è una storia bellissima la vita
ma non ha un lieto fine se non la dipartita.
Riavvolgo sospirando infine
una lunga catena di lucine
che quasi per dispetto s’ingarbuglia.
e devo sbrogliare lentamente.
Come la vita forse ma ne vengo a capo
piano con la pazienza e la speranza ardente
che alla fine ogni cosa torni in pace
e ritrovi il suo posto ovunque sia.
Per riaccendersi ancora e brillare
in un candido eterno Natale.