Nei tuoi occhi
viveva il mare
di Luigi Giannelli
Poveri uccelli che non potranno più
cantare
Posati sulle tue spalle;
povero vento che non potrà più scorrere
tra i tuoi capelli neri;
povero uomo che non potrà più vedere
il tuo sorriso aperto;
povero amico che non potrà più conservare
i suoi ricordi dentro di te
e non vedrà più i tuoi occhi dove viveva
il mare più azzurro che conosco.
Una nota spezzata, una melodia finita,
un virus che ha raggiunto la tua mente.
Hai rassegnato fatali dimissioni, irrevocabile
decisione di non essere.
Non parlerò di morte né di vita, l’una perché
crudele
l’altra misteriosa.
Non scriverò il tuo nome perché è solo una parola,
tre lettere legate a suono vuoto.
Preferisco vedere nel tuo gesto un quieto dolore,
un disperato cruccio, un grande mistero
che rispetto, pur nell’angoscia certezza
di non vederti più.
I tuoi gesti, però, le tue parole, le tue risate gaie
i tuoi consigli, le affettuose pacche sulle spalle,
continueranno a vivere in una lacrima, splendente
calda e struggente, che mai non scenderà dalla
mia gota e che conserverò con cura gelosa
nell’ampolla dei miei grandi dispiaceri.
Questa poesia,
è stata inviata da Luciano Canfora, Responsabile
della rivista "Il Notiziario", mensile di attualità
del C.C.R.S. Circolo Culturale Palazzo di Giustizia di Roma. La stessa
poesia è pubblicata all'interno della rivista nella sezione:
"L'Angolo della Poesia", nel numero di agosto-settembre. |