Ottana
di Giovanni Moro

Nascon le cattedrali nel deserto
vicino al fiume ove fioriva Ottana.
La strada scende tutta liscia e piana,
ma il cammin del progresso è ancora incerto.

Fratelli sardi dell'antica razza,
vi siete illusi per la strada nuova,
ma dentro l'acqua vi è una grande piovra
che in seno al Tirso inquinato guazza.

Eppur scorreva limpido e tranquillo
in mezzo al rifiorir degli asfodeli
quando i pastori vivevano fedeli
alla lor terra, fra il mirto e il serpillo,

quando cresceva l'erba profumata
e quando il contadino ancor zappava
le tue zolle olezzanti di rugiada
e le greggi pascolavano in vallata.

Per l'errore di uomini inesperti
or tutta la natura si è fermata
e dall'Africa vicina è arrivata
la duna desolata dei deserti.

Eri un povero paesello nella piana,
ma avevi alle tue spalle un bel passato:
diocesi in un superbo giudicato,
per te suonava più d'una campana.

Per questo dicevan tristemente
i nostalgici poeti montanari,
ricordando le tue chiese e i tuoi altari:
“OTTANA VIDI OTTANA ANTIGAMENTE”

Ove prima s'innalzavano solenni
e maestosi i canti gregoriani
ora non s'ode che un latrar di cani
e vanno in triste volo i pipistrelli.

Non puoi tu tornare al tuo passato!
E’ inutile morir di nostalgia
e visto che hai scelto questa via
prosegui nel cammin che hai imboccato.