Perdono
Quanti
anni son trascorsi dal momento
Che in questo Loco io venni a lavorare:
in questo colossale Monumento
all'apogeo dell'arduo Giudicare.
Da giovinetto, nel mio
sentimento
sentìo il Dovere sempre comandare
E col sorriso, senza pentimento
Io gli ubbidìo, però
senza strafare!
Da adulto, ormai portati a compimento
I sessant'anni in maniera esemplare,
del bene Fare aveo convincimento
ma un poco rallentai il mio camminare.
Ed oggi, alfine, c'è il
coronamento
Di questo agir, di questo lavorare:
E' GIUNTA L'ORA DEL PENSIONAMENTO
Ond'io Vi voglio salutare.
Vero è che nell'andare
della vita
molto ebbi e poco detti alla Giustizia;
ma sempre avendo l'anima pulita
L'ho servita ed amata con dovizia!
Perciò Vi stringo tutti
fortemente,
Vi ringrazio d'avermi sopportato,
m'inchino a tutti rispettosamente
SIA SEMPRE IL VOSTRO ANDARE FORTUNATO!
Chissà se io riesco a non
far niente
E in quale verserò futuro stato
s'io debba passeggiar continuamente
o se rimango a casa malandato!
E se del caso, avessi strane voglie,
chissà se ancora mi sarà concesso
quell'angolo del letto di mia moglie.
Dionisio
Salvi
Questa
poesia, č stata inviata da Luciano Canfora, Responsabile della
rivista "Il Notiziario", mensile di attualitā del C.C.R.S.
Circolo Culturale Palazzo di Giustizia di Roma. La stessa poesia č
pubblicata all'interno della rivista nella sezione: "L'Angolo
della Poesia".
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