Poetare
di Angelica Piras

Poetare,
paragonabile a denudarsi
innanzi a tutto il creato.
Lo scrigno dell'insito,
violato e scagliato
all'esame di occhi privi di luce,
sciupato e affidato
al controllo di orecchie
prive di sonorità profonda,
dispersa e confusa
alla denuncia di bocche
affette da un mutismo arcano.
Il cuore,
un carillon vivo dentro,
suona angeliche
melodie di sogno,
vibrando ad ogni minima percezione,
l'anima,
un pennino arcobaleno,
scrive intimamente
nell'archivio segreto,
solcando orme trasparenti,
l'inchiostro,
sangue che cola,
lacrime che zampillano,
aliti di vita che partoriscono,
tremiti di musica che incitano
pensieri e parole rubate
alla luna,alle stelle,alla notte.
Poetare è vivere e morire,
è morire per poi vivere,
ora sono nuda,
il pudore svanisce,
basta indossare il solito
vestito di sempre,
esso scivola via
lasciando il mio corpo
senza veli osteggianti.
Un fremito sprezzante e pretenzioso,
m'investe,mi avvolge
in un abito cucito
da tramonti equatoriali,
trapuntato da mari scintillanti,
imbastito da colori sfavillanti,
finalmente libera
di non guardare più
quegli occhi opachi,
lecita di non ascoltare più
parole erranti prive di suoni,
selvaggia nel denudarmi
senza avvertire
vergogna e sensi di colpa
ne per il mio amare,
ne per il mio poetare.