Proparossítone
Giacomo Murrighili [1]

Invisibili polveri impalpabili
s’ attirano, si scontrano e condensano
si concentrano e pesano nell’intimo
e producono vortici energetici.

Negli angoli dell’etere si espandono
le galattiche nuvole che mostrano
lontanissime lucciole che occhieggiano
da limiti astronomici incredibili.

Fondono e si diffondono miriadi
d’ esseri macroscopici invisibili;
lontanissimi esplodono od implodono
e formano crateriche voragini.

Curvano ed inghiottiscono aree eteree:
nel vortice finiscono e scompaiono
esseri macroscopici e microbici
per catastrofe fisiche ed entropiche.

Pur gli uomini subiscono fenomeni:
angeli che si mutano in luciferi,
uomini che diventano, poi, démoni
uccidono e torturano qual microbi.

Cacofoniche note stonatissime
col filarmonico etere si mescolano
opere incantevoli sinfoniche
vera musica classica astronomica


Poesia in versi liberi sdruccioli

Invisibili polveri impalpabili s’attirano, si scontrano e condensano si concentrano e pesano nell’intimo e producono vortici energetici Negli angoli dell’etere si espandono le galattiche nuvole che mostrano lontanissime lucciole che occhieggiano da limiti astronomici incredibili. Fondono e si diffondono miriadi d’esseri macroscopici invisibili.

Lontanissimi esplodono od implodono e formano crateriche voragini. Curvano ed inghiottiscono aree eteree.

Nel vortice finiscono e scompaiono esseri macroscopici e microbici per catastrofe fisiche ed entropiche. Pur gli uomini subiscono fenomeni: Angeli che si mutano in luciferi uomini che diventano poi démoni uccidono e torturano qual microbi. Cacofoniche note stonatissime nel filarmonico etere si mescolano con opere incantevoli sinfoniche vera musica classica astronomica

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[1] La prima di queste due poesie, composta di quartine, a loro volta di endecasillabi sdruccioli, tutti in a maiore, cioè con gli ictus principali sulla sesta e sulla decima sillaba. Come metro rispecchia verosimilmente le composizioni in rima. La differenza sta nel fatto che alla rima corrisponde una parola-rima, in questo caso una parola sdrucciola, mai o raramente ripetuta nello stesso componimento come si fa con la rima. Vi è di più: tutte le parole contenute, salve le enclitiche e le proclitiche, le preposizioni semplici e le congiunzioni copulative o disgiuntive. Non è facile far quadrare tutto. La seconda è una poesia in versi liberi. Potrebbe sembrare la riduzione in prosa della prima. E lo è, ma diventa una poesia diversa, forse più raffinata, poi vedremo perché. Qualcuno, forse più di qualcuno, dirà: «Ma questo nuovo sistema che sa più di artificio che d’artistico , a cosa serve?». Sì, hanno pienamente ragione! Ma se F. de Saussure, G. Carducci, A. Marchese, A. Gabrielli, L. Renzi, A. Rimbaud, P. Verlaine, G. Botta, U. Eco e moltissimi altri, tutti superlativamente ferrati in Linguistica Generale, in Linguistica Comparativa, in Paralinguistica che, infine, è la scienza di tipo semiotico. Ci sono autori, e non degli sprovveduti, che ci mettono anche giochi di enigmistica. Se lo fanno loro, hanno diritto di farlo anche gli altri. gli autori per mimetizzare le proprie opere per quella tendenza che hanno di farne un’opera aperta affinché i cui forma e contenuto non siano troppo precisi. I lettori lo fanno per trovare sotto i velami valori che, forse, nemmeno l’autore aveva notato. È chiarissimo che questo è un mio esperimento inteso a ottenere da una sua poesia un’altra, sempre sua, delle quali la seconda abbia identico il contenuto , ma diversi e irriconoscibili nella forma e nel ritmo dalla prima. Comunque tutte le parole e la loro sequenza sono identiche, la punteggiatura no. Logicamente le due poesie non vanno mai presentate assieme.
Giacomo Murrighili