Sotto un
cielo di piombo
una speranza radente imbianca
l'ultimo timpano di case;
ed è mattino !?!
eppure sento sera
nel chiacchiericcio di foglie
intente nello sgrondare gocce
di rugiada malata;
che cola da capezzoli
d'un seno che riinsecca
o che si lascia morire.
E non s'arresta l'inganno
delle ore
nei sintomi di spiriti di morte,
nei pasticciati mestieri scombinati
da logiche perverse;
da una presunzione che gratis s'impone
per fortuna
a capovolgere se stessa.
Ma odo le alitate di saggezza
che sulla sabbia nutrono
le parole mute
del vissuto in color di cenere
sui visi dei legni dell'oblio;
farciti di sale e sole
nel tribolio trascorso sui marosi.
Il distruggere che tutto distrugge
ora cessa in mani bambine
porporate d'impego;
e brulicano nel comporre
nuove immagini
negli sciabordii bagnati
dallo sfinire di onde di mare;
e negli anfratti tra scogli posso
rivedere castelli
ricostruiti.