…in ciò che di istintivo mi resta
in questi occhi
vi leggo, "reperti di pietra"
con visi butterati
dai giovanili foruncoli;
nati ed esplosi
nella grande fusione
che vi ha generato,
quando la terra era sputo di fuoco.

Nelle schiarite
delle calde nebbie primordiali,
avete visto i cavalli con le ali
e i petti di uomini
in guerre fratricide
… e poi quieti.

E vi han fatto ruzzolare
assemblandovi
nei costruiti cerchi dei nuraghi
o nei pozzi di acque limpide, da venerare;
e poi ancora ad abbatterli
ritrovandovi sciolti
in campi aperti.

Ma siete sempre li,
con i piccoli anfratti a "cumbessia"
che ogni notte visitano
le stelle, appuntite di luci;
"fedeli" di un passato sempre nuovo
che ad altri non è concesso vedere.

E che mai
significherà la parola "vecchio" per voi!?!…

altro è la finita fretta
per quella piega amara
di un "copertone" rifiutato
smascellato sul ciglio della cunetta
e li lasciato senza inumare,
vicino ad un segnale, a mo' di croce
infisso, ad indicargli una strada
poco più in là;
… venuta meno, prima d'imboccarla;

e voi muti, impassibili … a guardare!