Righe
di Dolore
Continua…
a leggere di me
in queste sere di autunno greve
che scompiglia
i piani dell’imminente inverno.
Il tuo pensiero gelato
incapace di accendere il sole
volteggia nell’aria e svanisce
accolto dall’eternità dell’oblio.
Cercami fra righe di dolore
e sferzanti nostalgie
ma insultami con quello
che chiamavi amore
perché io possa dannarmi
e maledire ogni sospiro.
Non più lacrima
bagnerà gli occhi
e aghi di rancore
penetrano il cuore
che ferma il suo battito
per ascoltare lontana indifferenza.
Contrito dell’illusione
di averti amato
scaccerò il tuo ricordo.
Estirpando da me
ogni tuo gesto
e ogni tua parola mendace
farò tacere i sensi invasi dalle cupidigie.
Nulla resterà… infine
dell’obbrobrio delle tue voglie
e ingoierò le mie miserie…fino all’ultima.
Niente pietosi ricordi o sorrisi a mezza bocca
turberanno ancora notti insonni
imballate in sibilanti bugie
che strisciavano ammalianti.
Mesto…
chino il capo
ma tracotante
anelo la tua fine nel mio cielo
mentre barlumi della tua stella
si spengono in questa sera senza vento
e senza il rimpianto di te.
Guido
Atzori - 07 ottobre 2005
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