Rifugiarsi
e sognare
A cosa servono le angosce,
e le aspre
veglie senza attese,
e le levate crude in albe
punte dal gelo e dalla brina?
A chi vuoi che ne importi…
Allora con me stesso sto in cima
alla collina nuda, erosa
dal vento, e dal tempo che più
e più la ara, in questa landa
che si fa la vita, via via
che l'arco se ne fugge.
E sono con me stesso, in
folate
di pensieri strani
che sfiorano il cuore del dubbio,
miele e fiele insieme, quotidiano pane
nei miei precipizi
e voli, bisacce gravide d'amore,
forzieri di quanto dolore
si può provare in un ululato di sirena.
Ah, se è diversa la vista
da questo
attimo di poeta! E mi pare volare
con le ombre, le mie ombre,
che si levano in sciami
da lagune dove le credevo riposte
come vecchi pensieri. Ma non mi toccano,
ed io vi nuoto in mezzo, naufrago
in oceani di silenzi, dolce
odo solo mia madre che mi chiama
e i lesti passettini nudi
dell' ultimo mio bimbo,
quando al mattino si alza…