Il cielo man mano s’imbianca
e tu, o Signore, dal sonno mi convochi
alla tua presenza per cantare le tue lodi mattutine
e darmi anche oggi certezza di vita.
Ti contemplo e ti amo mio Dio
Tu sei grande e non c’è nessuno come te.
Per me hai creato il cielo e le stelle.
Per me hai plasmato il sole e la luna.
Mi fai dolce il riposo dopo le fatiche.
Mi fai amare il lavoro dopo il riposo.
Provvedi a saziarmi come una madre,
mi rivesti con abiti adatti al mio corpo.
Mi raccogli pietoso dopo le sventure
e mi sollevi forte verso il cielo.
Mi hai dato una sposa feconda
che allieta la mia vita come il vino.
Belli e sani sono i miei figli
per loro sospirano le giovani donne
e festose li accompagnano
ai canti e ai balli.
Hai dato loro intelletto e vigore.
Mi hai dato una casa nel caos cittadino
per ripararmi con la sposa e i figli.
Mi hai donato una casa vicino al mare
per offrire salute a tutta la mia nidiata.
Mi hai concesso dopo cinquant’anni
di riavere una casa al mio paese natio.
Da tutte queste case mi offri il tuo cielo
il tuo mare, le tue valli e i tuoi monti
il verde smagliante dei campi primaverili
il giallo estivo dei campi di frumento.
Al colle, nel mio settimanale riposo,
fai giungere l’abbaiare dei cani e il belato delle greggi.
Nella pianura circondata dai monti mi fai
udire i dolci flutti del mare.
Come non dirti grazie mio Dio
che mi hai raccolto orfano e indigente
e mi hai donato con materno gesto
il calore dolce di una sposa feconda
e tanti figli come olivi alla mia mensa.
Clermont,
1991