Sardegna
Esiliata
sguardo che vaghi oltre
in terre vergini ed immortali
posati senza morirne
più in là di riva
a riportarmi terra
che mi fu madre e Dio
manto corallino
di mare che m'apparteneva
d'onde esiliate richiede mano
a stringerle in nuraghi
già longevi prima d'esser nati
in mani fiere accolte
d'onorata povertà
io
niente e universo fra ulivi gravi
di terre arse porto ferite
rinascendo seme e fiore.
Alba, svezzata in seno
figlia d'orgoglio
immensa a specchiare
di nome paterno
affiora bandiera
ed io
spoglia di vesti
al vederti nuovamente
m'innalzo nome
riportato a valle
a naufragar memoria
d'avvilente migrazione
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