Sospesi
in una sera di primavera
Verde respiro, e fresco, delle
vigne
Empiva l'aria di colori tenui,
improvviso fremito
di carne nella stinta
Stretta della tela, azzurra un tempo
come gli anni e affanni
che si spingevano sempre
alla casa abbandonata in mezzo alla sera
nel limite cereo delle margherite gialle,
socchiuso il libro stanco deposto
sulle gambe, tosate le greggi
pascolando bianche nelle riservate
tanche appena aperte.
Nello splendore rosso dell'ultimo
sole,
una madreperla salta ed č una stella,
vedute aprendo di identiche voglie
e olezzare che sa di mietiture.
La bocca mi sfiori con un filo d'erba,
gli occhi di un desiderio cane.
Ti mordo e mi pari pane,
caldo invitante per tacitare
la fame che in un baleno si leva
come la tagliente vela
tesa lontana, tesa in mezzo al mare
E galleggiamo dentro un ombra
bianca,
corpi sospesi in un letto d'aria,
pace dell'anima suono
di campana, e pensiero
che ti viene meno…
Solo la notte spegne l'incanto.
Giuseppe
Tirotto |