Tempio!...
Segrete
“rimembranze”
si addensano nel cuore
all’aerea visione
del granitico monte di Limbara
e commovente
germoglia una serena nostalgia
della soave brezza mattutina
del profumo del timo
e della tramontana “frisca e sana”.
Tempio!
Tu abbracci
il mondo da “Piazza Gallura”
salotto del tuo popolo festante
foro amico di vecchi sognatori
claustro d’antiche monache in preghiera.
“Fonte nuova” rifulge verdeggiante
e dona alla città il suo respiro
preludio alla sorgente di Rinaggiu.
San Lorenzo illumina il pineto
mentre il miraggio delle creste d’Aggius
fa da cornice al tuo bel quadro agreste.
I tuoi vigneti dal colore d’oro
spandono la fragranza delle viti
messaggere del dolce “muscateddu”.
Nelle case “granito faccia a vista”
attorno ai leggendari focolari
la notte amica tasfigura in “fole”
la gloriosa storia dei tuoi avi.
Al mattino
il mormorio di Pàstini risveglia
il gusto d’incontrare i vecchi amici
nei cantucci del borgo
per narrare le gesta
delle umili famiglie
dal sapore d’antica nobiltà.
Nelle piazzette i garruli bambini
svelti e allegri svolazzan come api
sfuggendo alla custodia delle madri
che si attardano agli archi del mercato
a cercar finocchietti e ravanelli
cicaleggiando fasti casarecci.
La “filugnana”
sull’uscio della casa
canta il sorriso della vita
e il pianto
della “disisperada”…
Misteriosa
risuona
dalle falde del monte e da Balascia
la voce del mitico Bernardo
e nel teatro
del Carmine sembran riecheggiare
le note di Gabriel e Manurita.
Nella città le danze folgoranti
si scatenan mandando in visibilio
la balda gioventù che si prepara
al solenne gaudente “Carrasciali”
della regina e di re Giorgio ardente.
Ed ecco
lo stantuffo del trenino
dal ponte del Coghinas
lentamente
risale a Bortigiadas
esce fumante dalla galleria
per la Fumosa e lo Spirito Santo
e tra maestosi sugheri ed abeti
raggiunge la “pagliosa” ed “ospitale”
“G e m e l l a e”.
“In
Tempiu v’è lu cieli…”.
Sorridono
dall’alto il Giogantino
il Balistreri e il nostro Monte Bianco
e sopra la collina di San Giorgio
al lume del tramonto
volan colombe, astori ed aironi
verso la Pischinaccia
antico agone
del gioco dei “galletti” di Gallura.
Salendo
all’Episcopio
appare la “Rotonda” aspra ed austera
dalla quale discende un tintinnìo
di tetre catenelle
lamento di tristezza
sogno di libertà e nuova vita.
“In
Tempiu v’è lu cieli!…”.
Sprizza
di fede la chiesa di San Pietro
Santa Croce e Maria di “Lu Rusariu”,
il Carmine glorioso
erede della insigne “Scuola Pia”,
l’incantata chiesetta del Pilar
e San Giuseppe nuovo.
Lo sguardo
va al Limbara sfolgorante
e da Curadureddu
giungi a Fundu di Monti
a saziar la tua sete,
contempli Sant’Efisio e Mevriana
e l’Agnata
rifugio del Fabrizio gallurese
cantore della vita e della morte.
Tempio!
Tu più non vedi i canonici a cavallo
rincorrersi a “lu palu” di Padulu
per incontrare nella “festha manna”
“Maria di Locusantu”.
Tempio!
La tua antica gente
cerca la pace giù alla “Concezione”
prega a San Francesco e a Sant’Antonio
al Purgatorio e al nuovo “Santuario”
a San Gavino e a Santu Linaldu
poi da Santa Lucia
risale alla Madonna della Neve
per affidare al cuore della Madre
il sospiro dei figli.
E laggiù
tra i cipressi e tra le croci
rintocca la preghiera silenziosa
a salutar gli amici e gli antenati
e in pianto
le “giovani scintille di Curraggja”.
TEMPIO
ANNI ’90 - finita a Sassari - 8 marzo 2018