TUTTO
E' PRECARIO
Ci voltiamo indietro
e vediamo il filo
del nostro equilibrismo
su cui abbiamo camminato
con le intenzioni al cielo
e lo sguardo smarrito
al baratro
Quel filo
ora è una corda di massaia
per stendere i nostri panni
delle tante recite
e che non indossiamo più
scoloriti dal dolore
vuoti di ogni gioia
troppo stretti per quello che siamo
vuoti di tutto ciò che fummo
Gli amori
non guardano più
le nostre piume di pavone
e sono orologi sbilanciati
stanchi di affettare il tempo
girano la schiena
per il dorso lucidato dal polso
per qualche riflesso di lucido
specchio di ripugnanza
Il cuore
ormai è una stalla vuota
dove l'unica traccia
degli animali che fummo
sono escrementi amalgamati
alla terra di carestia
per le ultime mosche
Rimarrà qualche volto descritto
in vortici di nebulose memorie
in ambulanti precarie carcasse
ma un tempo narcisi
mai si donarono
all'amore degli altri
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Michael Santhers - da: Soste precarie |