La
Notizia/////////////////// |
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//////////////////////////// SA SEADA: “REINA” TRA I DOLCI
SARDI E PROTAGONISTA DELLA SAGRA BOLOTANESE. ////////////////////////////
La versatilità
della gastronomia sarda -oltre gli stereotipi del porchedhu, anzone e
malloredhus- è universalmente riconosciuta e rappresenta la proiezione
della ricca storia mediterranea di contatti, incontri e di dominazioni
subìte dal popolo sardo. Particolarmente interessanti le varietà
dei raffinati dolci che, con emergenti segni di antiche culture e presenze,
si caratterizzano per aree geografiche e le varianti, talvolta anche minime,
riflettono i prodotti tipici del territorio. L’incontrastata
“reina” dei dolci dell’area interna, che dalla Barbagia
ha conquistato l’intera Isola ed oltre, è certamente la sebada
(Nuor.)/seada (Log.): sfoglia ripiena di formaggio filante che, dopo la
frittura dorata, viene “condita” con zucchero o pregiato aromatico
miele locale. La seada, in origine certamente una pietanza in grado di
equivalere e sostituire un secondo piatto, conta tanti cultori-degustatori
che nell’assaporare il dolce sostengono di “percorrere un
misterioso viaggio d’estasi attraverso i cinque sensi”. Il
dolce, riconosciuto prodotto agroalimentare tradizionale della Sardegna
(P.A.T.), si accompagna alla perfezione con vini dolci bianchi ed aromatici
come il Moscato di Sardegna e l’Anghelu Ruju, la Vernaccia di Oristano,
la Malvasia di Bosa, il Vermentino di Gallura e quello di Sardegna. |