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NOVANTESIMO COMPLEANNO
DEL PARTITO SARDO D’AZIONE
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Al
motto di “Fortza Paris”, dirigenti e militanti del Partito
Sardo d’Azione, hanno celebrato il novantesimo compleanno di un
partito cui l’idea fondante è immutata e segnata indelebilmente
dai valori e ideali identitari in un percorso di autonomia e libertà;
la cerimonia si è tenuta ad Oristano, nei locali dell’ex
Convento dei Frati Scolopi, dove si tenne il Congresso costitutivo il
17 aprile del 1921. Camillo Bellieni, propositore dei quattro punti programmatici
di base (Sovranità Popolare, Autonomia Amministrativa, Autonomia
Doganale e Questione Sociale), ne fu eletto primo Direttore.
La nascita de P.S.d’Az. ha radici nella tragicità della Grande
Guerra (tra i centomila sardi al fronte ne perirono ben 13.602), nella
leggendaria Brigata Sassari (le cui vicende verranno consegnate alla letteratura
in Un anno sull’Altipiano di Emilio Lussu, pubblicato a Parigi nel
1938) e nel Manifesto degli ex Combattenti, sorto nel 1919 come movimento
nazionale e con una federazione regionale sarda, per rivendicare migliori
condizioni di lavoro e di vita a pastori e contadini ed ottenere “la
proprietà della terra, già promessa loro dal governo, durante
la guerra”. Gli slogan “la terra a chi la lavora” e
“Cando si tenet su bentu est preziosu bentulare!” animarono
le piazze sarde in occasione delle consultazioni politiche del 1919; il
Movimento dei Combattenti portava orgogliosamente il simbolo dei Quattro
Mori a rappresentare l’indipendenza e la fierezza delle giuste rivendicazioni
dell’Isola. Intanto nascono e si diffondono il settimanale sassarese
La Voce dei Combattenti, la rivista cagliaritana Il Popolo Sardo e lo
storico giornale Il Solco.
Dall’esperienza
“riunificante” della guerra e nella consapevolezza sociale
della propria sardità, e condizione particolare da quella italiana,
matura e si formula, all’interno del movimento combattenti, un progetto
politico che vede in prima fila tanti reduci della Brigata Sassari, Camillo
Bellieni, intellettuale di grande sensibilità per le tematiche
meridionalistiche, ed Emilio Lussu, carismatico eroe di guerra e portatore
delle istanze del sindacalismo rivoluzionario. Alla prima tornata elettorale,
conquistando circa il 28% dei consensi, il Partito Sardo d’Azione
si rivela una vera travolgente forza popolare e di massa; al II Congresso,
tenutosi ad Oristano nel gennaio del 1922, si avanzano le prime e chiare
proposte per un’Italia “riordinata su basi federali con la
conquista delle autonomie regionali”. L’idea d’origine
del sardismo -delineata nel programma del Partito Sardo degli anni Venti
con significativi elementi di novità- si richiamava certamente
al contributo ed elaborato teorico di importanti politici sardi dell’Ottocento
(es. Giovanni Battista Tuveri) che, con illuminata visione, consideravano
la necessità di limitare i “poteri forti dello Stato e di
conquistare per i sardi una forma di autonomia”. Pochi mesi dopo
è già altra storia: l’incarico di primo ministro a
Benito Mussolini e l’affermazione del fascismo. L’ascesa autoritaria
dei fasci di combattimento e delle Camicie Nere, anche in Sardegna e con
azioni anti-operaie nella zona mineraria del Sud-Ovest, determinerà
la prima crisi del nuovo partito: risorgerà solo nel secondo dopoguerra.
Nel futuro immediato del P.S.d’Az. i grandi temi, all’ordine
del giorno e ribaditi anche nell’incontro celebrativo di Oristano,
sono l’Europa dei popoli, le politiche per il Mediterraneo, il federalismo,
i trasporti, il fisco, l’energia e la zona franca.
(22-04-2011)
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