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RICORDO DELLO SCIENZIATO ANGELO MAXIA
DI VILLAMASSARGIA:
STUDIOSO DELLE VARIETA’ ANOLONOME
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La disciplina della matematica, appellata regina delle scienze per la
relazione di fondamentale rigore che sviluppa in ogni ramo e dottrina
tecnica o scientifica, è un linguaggio - d’importanza pratica
e teorica per la progressiva estensione di determinanti contributi
applicativi in diversi settori - che ha segnato la civiltà e la
storia di tutti i popoli.
Tra le figure dei matematici sardi brillano la personalità e il
notevole valore di Antonio Fais (Ploaghe, 25 aprile 1841 – Sassari,
3 settembre 1925) -che nell’attività scientifica, in sintonia
con i maggiori matematici italiani e internazionali del periodo, si cimentò
nell’algebra complementare, nel calcolo infinitesimale e la geometria
differenziale delle curve e delle superfici- e quella di Angelo Maxia
(Villamassargia, 12 febbraio 1910 – Roma, 29 novembre 1945), a cui
dedichiamo la nota biografica. Angelo Maxia, seguendo la naturale ed istintiva
propensione verso la scienza dei numeri, consegue prima la maturità
scientifica e nel 1934 la laurea con lode in Matematica all’Università
di Cagliari; la tesi, sotto la guida dell’illustre professore Enea
Bortolotti, riguarda la “geometria degli spazi anolonomi”
e sviluppa uno studio avviato, solo da alcuni anni, dal matematico rumeno
Gheorghe Vranceanu (Valea Hogii, 30 giugno 1900 – Bucarest, 27 aprile
1979). Mentre frequenta il Corso per Allievi Ufficiali Artiglieri, a Lucca,
è vittima di un grave incidente che gli causerà l’amputazione
della gamba sinistra e conseguenti disturbi circolatori. Con grande forza
d’animo ed “estrema rassegnazione e serenità”
coltiva gli studi e l’insegnamento. Dopo una breve parentesi in
un liceo classico cagliaritano, raggiunge il Bortolotti all’Università
di Firenze dove, tra il 1937 e il 1942, opererà come assistente,
libero docente e professore incaricato. Il docente sardo è ormai
meritoriamente riconosciuto, nel circuito accademico e nella comunità
matematica, come massimo competente italiano “nel campo della geometria
degli spazi a connessione” e alla scomparsa del suo maestro Enea
Bortolotti viene chiamato da Enrico Bompiani all’Università
di Roma, dove si fa apprezzare per “il suo carattere mite”
e la “schietta fermezza delle sue idee”. La generosità
d’animo e l’impegno civile di Angelo Maxia è testimoniato
(documentato anche dagli scritti di Enrico Bompiani che, in occasione
della prematura scomparsa nel novembre del 1945, lo commemorerà
in una seduta della Facoltà di Scienze) con l’operosa presenza
nell’Istituto Matematico romano durante i bombardamenti americani
del 1943; la partecipata resistenza ai tedeschi, a fianco dei cittadini
in Piazza Colonna, e l’aiuto ai bambini dei quartieri Ostiense e
Nomentano colpiti dai bombardamenti all’inizio del 1944. Il professore
di Villamassargia, pur nella fugacità della sua esistenza, ha prodotto
numerosi articoli che documentano l’intensa attività scientifica
e due basilari monografie: Insieme convessi e orbiformi (Studium Urbis
Editrice, Roma, 1940) e Studio proiettivo differenziale di un elemento
cuspidale di specie superiore (Edizioni Cremonese, Roma, 1947). Diversi
lavori del Maxia, dedicati alla geometria delle varietà anolonome,
sono custoditi dall’Unione Matematica Italiana e tra gli Atti dell’Accademia
Nazionale dei Lincei.
(04-07-2011)
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