La Notizia///////////////////
//////////di Cristoforo Puddu

 

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PUBBLICATI GLI ATTI DI UN CONVEGNO DEL 2006 SU CAROLINA INVERNIZIO CON LE RELAZIONI DEI SARDI LINA ARESU E PAOLO PULINA

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E’ da poco reperibile in libreria (Daniela Piazza editore) il volume con gli atti del convegno “Carolina Invernizio: il gusto del proibito?”, tenuto presso il castello di Govone (piccolo centro in provincia di Cuneo, paese natale del marito della scrittrice, ten. col. Marcello Quinterno) il 13 e 14 ottobre 2006, quindi esattamente cinque anni fa. Ammirevole è dunque la tenacia con la quale le organizzatrici del convegno, Ornella Ponchione e Antonella Saracco, hanno perseguito la realizzazione della pubblicazione degli atti ottenendo alla fine il risultato.
Nella ricorrenza del 90° anniversario della morte della scrittrice Carolina Invernizio (Voghera, 28 marzo 1851 – Cuneo, 27 novembre 1916) a Govone fu allestita una mostra documentaria; fu proiettato film "La sepolta viva" tratto dall'omonimo romanzo inverniziano; fu organizzato una giornata di studi che vide come relatori Ornella Ponchione, presidente del centro culturale “Govone e il castello”; Gianna Schelotto, psicoterapeuta e scrittrice; Michaela Valente, docente di Storia Moderna, Università di Roma “La Sapienza”; Luisa Ricaldone, docente di Letteratura italiana, Università di Torino; Liliana Bal Filoramo, docente di Psicologia Dinamica, Università di Torino; Guglielmo Gulotta, docente di Psicologia Giuridica, Università di Torino; Lina Aresu, scrittrice di origine sarda residente a Chiavari; Paolo Pulina, giornalista sardo-pavese; Elena Forni, scrittrice; Antonella Saracco, facoltà di Scienze della Formazione, Università di Torino; Daniela Piazza, editore torinese; a chiusura dei lavori un secondo intervento di Gianna Schelotto.
Riportiamo un brano del saggio (intitolato “Chi legge l’Invernizio?”) di Lina Aresu (nata a Nuoro, ha trascorso l´infanzia e l´adolescenza tra Jerzu e Lanusei. Dopo aver frequentato il liceo “Siotto” a Cagliari si è trasferita a Genova per compiervi gli studi universitari ed ha insegnato filosofia per più di quarant´anni. Ha al suo attivo oltre quaranta titoli). Scrive la studiosa sardo-genovese: «Il successo clamoroso di Carolina Invernizio non si limitò all’Italietta post-risorgimentale; le sue storie sensazionali conquistarono anche l’America Latina. Sbarcavano al porto di Buenos Aires casse e casse di romanzi suoi, spedite dal suo editore fiorentino agli emigranti del Sudamerica. Al mercato di Rosario, sulle bancarelle facevano bella mostra di sé i suoi romanzi tradotti anche in spagnolo, accanto alla bibbia degli emigranti genovesi ed emiliani scritta in cocoliche [misto di italiano e spagnolo parlato dagli immigranti italiani in Argentina] dal titolo “Los amores de Giacomina”».
Questo è il fulcro del ragionamento di Paolo Pulina (che ha dedicato diversi interventi giornalistici a Carolina Invernizio e alle sue opere e al quale si deve la divulgazione della scoperta fatta negli archivi parrocchiali di Voghera della vera data di nascita della scrittrice: 1851 e non 1858): «Dopo l’interesse sociologico (Gramsci) e semiologico (Umberto Eco) che si è concentrato per molti decenni del Novecento sui congegni narrativi della Invernizio, disvelandone le neanche troppo misteriose intenzioni consolatorie, è ora che si diffonda un’attenzione alle sue storie fondata sulle esigenze primarie della lettura (è significativo il fatto che il romanzo ‘Il bacio di una morta’ è stato pubblicato nel 2008 nella prestigiosa collana ET Classici della casa editrice Einaudi) ».
(18-11-2011)