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LA COLT AVREBBE POTUTO
CHIAMARSI BROCCU
LA PISTOLA A TAMBURO REALIZZATA A GADONI NEL 1833 DA UN
ARTIGIANO
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Scrivendo
della mitica colt registrata a brevetto nel febbraio 1836 da Samuel Colt
(Hartford, 19 luglio 1814 – 10 gennaio 1862) -arma protagonista
di tanta storia texana del vecchio West e di tragici conflitti contro
schiere di audaci e battaglieri indiani- non si può omettere il
nome del sardo Francesco Antonio Broccu (Gadoni, 16 maggio 1797 –
1882), geniale inventore e artigiano di grande manualità.
F. A. Broccu, ricordato come maistu Broccu dai compaesani e tuttora sconosciuto
ai più anche in Sardegna, realizzò nel 1833 diversi innovativi
modelli di revolver: una pistola a tamburo a quattro palle (collezione
Dr. Luigi Caocci – Aritzo); una pistola a quattro canne (collezione
Dr. Mariano Contu – Desulo) e una pistola a due canne (collezione
Floris-Vacca – Gadoni), mai brevettate, ma concepite anteriormente
a quella registrata e commercializzata dalla Colt’s Patent Fire-Arms
Manufacturing Company di Samuel Colt. L’americano, provvisto di
grandi capacità nella meccanica tanto da indirizzare il successivo
sviluppo delle industrie di armi negli Stati Uniti, da imprenditore lungimirante
contribuì anche all’impresa dei Mille di Garibaldi con il
“dono” di rivoltelle e carabine (Le Colt di Garibaldi di Enrico
Arrigoni, Milano, Il grifo, 2000).
Il nostro ingegnoso e capace corregionale, certamente con meno ambizioni,
non abbandonò mai il suo paese natio; neanche per recarsi a Cagliari
e fornire delucidazioni sulla sua pistola a tamburo a quattro palle, esaminata
da Carlo Alberto di Savoia nel suo secondo viaggio sardo del 1843. Intanto
maistu Broccu operava esclusivamente per la sua comunità e realizzava
un orologio a pendolo “che aveva come quadrante un pannello della
porta d’ingresso della sua abitazione: le lancette, rivolte verso
l’esterno, davano al passante la possibilità di leggere l’ora”,
un telaio semiautomatico, un mulino a ruota verticale, un organo, una
campana per il convento dei Frati Minori, un crocefisso in legno, una
particolare matracca, dal potente suono, per annunciare i riti della Settimana
Santa ed un infinito numero di giocattoli concepiti con materiali naturali
(ferula, sughero, canne). La passione per la meccanica e per le armi portò
l’inventore di Gadoni alla realizzazione, nel 1846, anche di un
fucile a canne sovrapposte (collezione Floris-Carboni – Gadoni).
Da ricerche effettuate dal poeta e storico locale Gabriele Ortu (1933
– 2008), che ha pubblicato interessanti studi sulle tradizioni di
Gadoni e della Sardegna, risulta che a maistu Broccu sia stata concessa
una Patente Reale per produrre “uno schioppo a più canne”.
Che sia per il fucile a canne sovrapposte, datato 1846, della collezione
Floris-Carboni?
(14-01-2012)
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