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IL VOLTO DI CRISTO: RAPPRESENTAZIONE
ARTISTICA DI FEDE CRISTIANA
DAL LUCANO SALVATORE TRICARICO AL SARDO PIETRO LONGU DI BORTIGALI
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Il Cristo, Dio e Uomo, è certamente la più stimolante e
rappresentata immagine dagli artisti di fede cristiana. Nei primi tre
secoli dell’Era cristiana, anche per le proibizioni contenute nelle
Sacre Scritture dell’Antico Testamento (Esodo 20,4 e Deuteronomio
5,8 : “Non fatevi idoli né immagini alcune…”),
non si sentì l’esigenza di fissare in quadri e statue la
rigorosa descrizione fisica del Cristo Salvatore. La rappresentazione
simbolica di Gesù di Nazareth è dunque espressa inizialmente
dall’agnello, dal pane e dal pesce (la figura del pesce eucaristico,
datata fine del II secolo, è ben rappresentata a Roma nelle Catacombe
di San Callisto). Solo nel VI secolo emerge in Oriente il modello di “ritratto”
del Cristo, non attribuibile “alla fantasia di artisti” per
“alcuni caratteri asimmetrici, non regolari”, che orienta
ed indica l’ideale figura conosciuta attualmente. In occasione del
Giubileo del 2000 sono stati promossi interessanti percorsi museali sulla
storia della rappresentazione del Volto di Cristo. Il volto -fonte di
comunicazione “rivelativa” e veicolo di “presenza”-
esprime l’essenza e l’autenticità di una persona; nel
Cristo rappresentato nell’arte (o nelle “fedeli” icone
conosciute nell’Oriente cristiano come gli Archeropiti di Cristo)
è viva la “necessità” degli uomini di contemplare
Dio, di ricercare i segni di benevolenza e di vicinanza per la condizione
umana. L’iconografia sulla figura del Cristo -prodotta dall’arte
cristiana dell’Antichità, del Medioevo e primo periodo del
Rinascimento- è principalmente incentrata sulla “via della
bellezza” e singolare fisionomia che riflette l’idea annunciata
dall’Apostolo Paolo: “Cristo è immagine-icona di Dio”
e “nel Suo volto risplende la gloria divina”. Determinante,
anzi di assoluta influenza nelle rappresentazioni artistiche della figura
del Cristo, l’immagine di passione della Sindone e le conseguenti
imago pietatis che alimentarono ed alimentano tuttora le tante opere d’ispirazione
sindonica.
Una sintesi delle diverse raffigurazioni di Cristo, nel segno evocativo
delle sembianze attribuite dalla tradizione a Gesù di Nazareth,
sono le significative opere pittoriche Volto di Cristo (olio su tela,
cm. 50x70) e Crocefissione (olio su tela, cm. 80x160) di Salvatore Tricarico.
La trentennale attività artistica del Tricarico, di origini lucane
(Calvello, Pz) e vissuto nello storico quartiere milanese di Porta Ticinese,
si è sviluppata specificatamente su soggetti a carattere religioso
e “specializzata” nella raffigurazione di Santi e Beati (Madonna
con Bambino, San Paolo, San Giovanni, San Marco, Sant’Antonio, San
Serafino, San Pio, San Liberato, San Giorgio, San Francesco d’Assisi,
Santa Rita, San Nicola da Tolentino, San Giacomo della Marca, Beato Antonio
da Amandola, Beata Assunta Pallotta, etc. ); tutte opere che, seguendo
una tradizione dell’arte sacra medievale e della pittura devozionale,
è possibile ammirare in diverse chiese e monasteri marchigiani,
lucani e milanesi (il dipinto di San Pio è esposto nella Chiesa
Parrocchiale dell’Immacolata Concezione a Milano). Il ricco catalogo
pittorico espresso da Salvatore Tricarico è primariamente un devoto
omaggio da credente ed adesione totale che richiama all’invito,
rivolto da Papa Giovanni Paolo II agli artisti in occasione del Giubileo,
di rendere “percepibile e affascinante il mondo dello Spirito, di
Dio”.
Sul fronte degli artisti sardi contemporanei rivolge particolare attenzione
all’arte di carattere e ispirazione sacra il bortigalese Pietro
Longu, pittore e scultore tra i più validi operanti in Sardegna.
Insegnante, operatore culturale (ha promosso premi di grafica e pittura,
convegni sull’arte figurativa nell’Isola e organizzato la
manifestazione a ricordo del “40° anniversario della nascita
di Radio Sardegna”) e geniale artista ammirato popolarmente e stimato
dalla critica che gli ha riconosciuto prestigiosi attestati accademici
anche per il percorso di “personale ricerca” diretto verso
la “sperimentazione artistica”. Tra le numerose opere “religiose”
del Longu, segnaliamo: Porta degli Angeli per la Chiesa Parrocchiale Madonna
degli Angeli di Bortigali; Ipotesi per una visita, opera scultorea donata
a Papa Giovanni Paolo II dalla Curia Vescovile di Nuoro in occasione della
visita papale del 1985; Via Crucis di 15 formelle in bronzo per la Parrocchiale
San Giorgio Martire di Pozzomaggiore; Porta in bronzo Madonna del Carmelo
per la Chiesa del Carmelo a Borore; Urna bronzea per la Beata Antonia
Mesina a Orgosolo; Formelle in altorilievo in bronzo per la Chiesa delle
Grazie a Nuoro; Fonte Battesimale per la Parrocchiale di Gavoi e il monumentale
Cristo d’Illorai, opera bronzea (mt. 2x2, q.li 5) commissionata
da Zuanne Maria Pitzolu e Gonaria Pintus in memoria dei coniugi Angela
Latte e Davide Galistu e collocata nel piazzale antistante il Cimitero
di Illorai.
(26-05-2011)
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