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JOYCE LUSSU: CULTURA
E AZIONE NELLA RESISTENZA
L’8 MAGGIO 2012 RICORRE IL CENTENARIO DELLA NASCITA
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L’8 maggio 2012 ricorre
il centenario della nascita di Gioconda Beatrice Salvadori Paleotti, originale
figura di donna nella Resistenza e attiva presenza nel dibattito politico-culturale
della seconda metà del Novecento, universalmente conosciuta con
il nome di Joyce Lussu.
Joyce nasce a Firenze da genitori marchigiani con ascendenze inglesi.
Il padre, docente universitario e traduttore del filosofo Herbert Spencer,
nel 1924 è costretto, per le continue angherie delle camicie nere,
all’esilio in Svizzera con la famiglia. La giovanissima Joyce, pur
vivendo all’estero conseguirà la licenza di Liceo Classico
da privatista nelle Marche, e proseguirà gli studi in Germania,
Francia (Lettere alla Sorbona di Parigi), Portogallo (Filologia a Lisbona);
la frequentazione di ambienti cosmopoliti matureranno nella giovane, e
già emancipata donna, un forte impegno politico-sociale e “la
propensione alla curiosità, al dialogo, ai rapporti sociali”.
Negli anni tra il 1933 e il 1938 vive principalmente in Africa, dove prende
coscienza dello “sfruttamento colonialistico di genti e paesi”
e gli rivela la necessità emergente di una maggior tutela ambientale
e “l’interesse partecipe per la natura”. Ma è
l’adesione nel 1938 al movimento “Giustizia e Libertà,
con il fratello maggiore Max, e soprattutto l’incontro con Emilio
Lussu, di cui diverrà moglie e compagna di lotte drammatiche nella
clandestinità, a dare senso e azione ad infinite missioni di antinazi-fascismo
(attraverso la Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Inghilterra e Italia)
che gli varranno la decorazione della medaglia d’argento al valor
militare.
Nel dopoguerra è promotrice dell’Unione Donne Italiane e
per un breve periodo milita nel partito socialista. Successivamente s’impegnerà
con organizzazioni internazionali per la pace, movimenti di liberazione
anticolonialistici e nella valorizzazione di culture alternative (orali
e lontane all’Occidente) scoperte nell’esperienza terzo-mondista
degli anni Sessanta/Settanta. Particolare attenzione riserverà
alla causa del popolo curdo che, con attivismo da “combattente conferenziera”,
porterà in ambienti scolastici e tra i giovani. Intensa anche l’attività
di scrittrice con innumerevoli opere di saggistica, narrativa e poesia;
ricordiamo Fronti e frontiere (1944), diario di sei anni di clandestinità
e lotta partigiana, Tradurre poesia (1967), Storia del Fermano (1969),
Le inglesi in Italia (1970), Padre padrone padreterno (1976), L’acqua
del 2000 (1977), L’uomo che volle nascere donna (1978), L’olivastro
e l’innesto (1982), dove descrive il suo incontro con l’Isola
e Armungia, Portrait (1988), Sulla civetteria (1998) e le tante traduzioni
di opere d’avanguardia asiatica, africana e del poeta turco Nazim
Hikmet.
Tantissime le manifestazioni programmate nell’arco del 2012 per
il centenario della nascita di Joyce Lussu. In evidenza quelle avviate
dal Centro studi Joyce Lussu che, oltre ad approfondire la conoscenza
della scrittrice e i suoi contributi “in campo sociale, politico,
culturale a livello nazionale”, intende valorizzare gli studi storici
sulla regione marchigiana e territorio fermano. E ancora, convegni sui
diversi aspetti della personalità di una delle intellettuali più
interessanti del secolo scorso; premio nazionale di narrativa; spettacoli
e laboratori teatrali nelle scuole; proiezione intervista-documentario
su Joyce Lussu del regista Marco Bellocchio; giornate di studi alle Università
marchigiane e ristampa di alcune opere, ormai fuori commercio, di Joyce.
Per chi vive in Sardegna è certamente occasione d’interesse
e memoria su Joyce una visita al Museo Storico “Emilio e Joyce Lussu”
di Armungia: un prezioso e documentato percorso fotografico consente di
ripercorrere le vicende biografiche della coppia. Joyce Lussu è
scomparsa a Roma, all’età di 86 anni, il 4 novembre 1998.
(06-05-2012)
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