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Vittorio De Seta, che ha legato indissolubilmente il proprio nome alla Sardegna per aver diretto nel 1961 il film Banditi a Orgosolo, è scomparso il 28 novembre a Sellia Marina (Catanzaro). Vittorio De Seta,
appartenente ad una famiglia aristocratica, era nato a Palermo il 15 ottobre
1923 e dopo aver frequentato architettura a Roma intraprende l’attività
cinematografica: aiuto regista di Mario Chiari (Amori di mezzo secolo,
1953) e di Jean-Paul Le Chanois (Vacanze d’amore, 1954); sceneggiatore
e documentarista. E proprio con i documentari dedicati alla Sicilia e
alla Sardegna s’impone all’attenzione generale e della critica
che lo premia al Festival di Cannes del 1955 per Isola di fuoco. Nei brevi
documentari tratta della vita e lavoro del proletariato meridionale, del
quotidiano di pescatori, minatori, contadini, pastori (Pastori di Orgosolo
e Un giorno in Barbagia, 1958). Banditi a Orgosolo, sceneggiato in collaborazione
con la moglie Vera Gherarducci, rappresenta per De Seta il debutto nel
grande cinema con un lungometraggio “che arricchisce di una sensibilità
più moderna e consapevole la lezione del neorealismo”. Il
film, interpretato dagli attori non professionisti Michele Cossu, Peppeddu
Cuccu e Vittorina Pisano, presentato al 26° Festival di Venezia consegue
il premio di Migliore Opera Prima (1961) e il Nastro Azzurro (1962) alla
migliore fotografia del SNGCI. Di tutto rispetto, per quegli anni, anche
il successo ed incasso rappresentato dalle proiezioni nelle sale. La lunga
carriera di De Seta si è sviluppata nel realizzo di numerosi documentari,
lavori televisivi e film: l’ultimo lungometraggio, titolato Lettere
dal Shara e girato nel 2006, rappresenta l’attualissimo tema della
condizione umana e sociale di un emigrato africano in Italia. |