La Notizia//////////////
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di Giacomo Ganzu

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MARIELLA CORTÈS E FRANCESCO LEDDA HANNO PRESENTATO PRESSO IL “LOGUDORO” DI PAVIA “LE STRADE DEL TEMPO”, PROGETTO PENSATO SOPRATTUTTO PER I GIOVANI

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Conferenza circolo Logudoro di Pavia, 9 giugno 2012

Sabato 9 giugno, presso il Circolo sardo “Logudoro” di Pavia, si è tenuta una conferenza che ha visto come relatori due giovani, Francesco Ledda (storico dell’arte) e Mariella Cortès (giornalista pubblicista), curatori del progetto in progress “Le strade del tempo”, rivolto espressamente ai circoli sardi d’ Italia e d’ Europa.
In apertura, il presidente del “Logudoro”, Gesuino Piga, ha definito l’incontro culturale “un evento attraverso il quale il circolo ha inteso risvegliare nei soci la voglia di riscoprire i personaggi che hanno reso grande e famosa la nostra terra sarda”.
Paolo Pulina (vicepresidente vicario del “Logudoro” e con compiti di responsabilità nel settore Attività culturali e Informazione della Federazione delle 70 Associazioni Sarde in Italia, FASI) ha sottolineato la giovane età dei due relatori (“due giovani studiosi che hanno inteso confrontarsi con la storia antica della Sardegna”) e la intelligente discrezione con cui, attraverso un progetto ben presentato dal punto di vista narrativo, argomentativo e anche grafico, hanno saputo fare breccia presso diverse associazioni di sardi emigrati in Italia e in Europa, specie in quelle guidate da giovani presidenti.
Il modulo sui 150 anni dell’Unità d’Italia, presentato da Ledda e Cortès a Pavia, si è articolato in due sezioni.
Nella prima (“Visti da dentro con gli occhi di fuori”), Ledda ha dato alcuni esempi dello sguardo esterno di antropologi e letterati che hanno voluto esplorare di persona una terra sconosciuta come la Sardegna e, una volta rientrati a casa, hanno inteso raccontare con oggettività la nostra isola arcaica.
Ledda ha citato una considerazione preliminare (storicamente attribuibile a Luca Pacioli, maestro di Leonardo da Vinci): gli occhi sono i primi strumenti con i quali ci è permessa la conoscenza, proprio perché tutti li abbiamo, e quindi gli occhi diventano uno strumento universale e “democratico”.
Ledda ha illustrato le visioni letterarie di David Herbert Lawrence, le lastre fotografiche di Édouard Delessert, le scoperte archeologiche di Alberto Ferrero della Marmora (autore anche della prima rappresentazione cartografica della Sardegna impostata scientificamente), le visioni pittoriche di Giuseppe Biasi ma anche la Caprera di Giuseppe Garibaldi.
Ledda si è in particolare soffermato sulle ricerche sul campo dello studioso tedesco Max Leopold Wagner, il quale ha raccontato la Sardegna attraverso centonove fotografie ma soprattutto ne ha voluto studiare la lingua, andando a cercare le varie inflessioni, espressioni ed etimologie, ragione per cui oggi possiamo definirlo il padre della linguistica sarda. Secondo Wagner è proprio questa diversità linguistica che rende orgogliosi della “sardità” tutti gli appartenenti al popolo sardo: cioè – precisiamo noi – sia coloro che sono nati e vivono nell’isola (e i loro figli e nipoti) sia coloro che sono dovuti emigrare (e i loro figli e nipoti: la cosiddetta seconda e terza generazione).
L’ultimo punto sollevato da Ledda è stato quello del piacere (già sottolineato da Dante) che trovano i sardi a parlare e a sentir parlare della loro terra.
Nella seconda parte della conferenza (“Visti da fuori con il cuore di dentro”) Mariella Cortès ha presentato, tra le altre, due figure di “emigrati sardi eccellenti” che, pur vivendone fuori, hanno valorizzato la Sardegna (sempre custodita dentro il cuore) in Italia e nel mondo la Sardegna: Giorgio Asproni (parlamentare sempre schierato a difesa degli interessi dei sardi) e Grazia Deledda, che ha ottenuto un riconoscimento internazionale col premio Nobel per la letteratura.
La Cortès ha sintetizzato le caratteristiche del progetto “La strade del tempo”, che vuole offrire un affresco meraviglioso della storia sarda, pensato per i giovani e a misura delle nuove generazioni: tutti i moduli (le diverse conferenze) sono basati sulla divulgazione brillante, in modo da favorire la comprensione da parte di tutti ma senza annoiare.
Le relazioni dei due giovani ospiti hanno alimentato un interessante dibattito, in particolare sull’orgoglio sardo.
Nota finale. Il dovere morale dei sardi orgogliosi della propria identità linguistica e storica di proseguire nella divulgazione della cultura sarda è stato ripreso da Pulina anche nelle considerazioni finali quando ha riferito all’ assemblea dei temi trattati nella riunione dei venti circoli sardi della Circoscrizione lombarda svoltasi a Cinisello Balsamo in mattinata. Anche se la Regione Sardegna, sospendendo il finanziamento per i progetti culturali dei vari circoli sardi e non dando alcuna certezza sulla misura e sui tempi di sblocco di questi finanziamenti, mette a rischio il futuro culturale dei Circoli, la parola d’ordine uscita dalla riunione di Cinisello è quella di non fermarsi e di continuare con le iniziative culturali, privilegiando quelle a costo basso o addirittura a costo zero (tali possono essere le presentazioni di libri, di documentari, ecc.)
Filippo Soggiu (presidente emerito della FASI e del “Logudoro”) ha ribadito che nei tempi di crisi i Circoli hanno sempre saputo reagire, per esempio basandosi sulle sottoscrizioni da parte degli associati.
Piga, il presidente del “Logudoro”, a nome di tutti i soci ha affermato che in ogni caso non cesserà l’impegno del circolo nel far conoscere alla città e alla provincia di Pavia la cultura e la storia della Sardegna. (11-06-2012)