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MARIELLA CORTÈS E FRANCESCO LEDDA
HANNO PRESENTATO PRESSO IL “LOGUDORO” DI PAVIA “LE
STRADE DEL TEMPO”, PROGETTO PENSATO SOPRATTUTTO PER I GIOVANI
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Sabato 9 giugno,
presso il Circolo sardo “Logudoro” di Pavia, si è
tenuta una conferenza che ha visto come relatori due giovani, Francesco
Ledda (storico dell’arte) e Mariella Cortès (giornalista
pubblicista), curatori del progetto in progress “Le strade del
tempo”, rivolto espressamente ai circoli sardi d’ Italia
e d’ Europa.
In apertura, il presidente del “Logudoro”, Gesuino Piga,
ha definito l’incontro culturale “un evento attraverso il
quale il circolo ha inteso risvegliare nei soci la voglia di riscoprire
i personaggi che hanno reso grande e famosa la nostra terra sarda”.
Paolo Pulina (vicepresidente vicario del “Logudoro” e con
compiti di responsabilità nel settore Attività culturali
e Informazione della Federazione delle 70 Associazioni Sarde in Italia,
FASI) ha sottolineato la giovane età dei due relatori (“due
giovani studiosi che hanno inteso confrontarsi con la storia antica
della Sardegna”) e la intelligente discrezione con cui, attraverso
un progetto ben presentato dal punto di vista narrativo, argomentativo
e anche grafico, hanno saputo fare breccia presso diverse associazioni
di sardi emigrati in Italia e in Europa, specie in quelle guidate da
giovani presidenti.
Il modulo sui 150 anni dell’Unità d’Italia, presentato
da Ledda e Cortès a Pavia, si è articolato in due sezioni.
Nella prima (“Visti da dentro con gli occhi di fuori”),
Ledda ha dato alcuni esempi dello sguardo esterno di antropologi e letterati
che hanno voluto esplorare di persona una terra sconosciuta come la
Sardegna e, una volta rientrati a casa, hanno inteso raccontare con
oggettività la nostra isola arcaica.
Ledda ha citato una considerazione preliminare (storicamente attribuibile
a Luca Pacioli, maestro di Leonardo da Vinci): gli occhi sono i primi
strumenti con i quali ci è permessa la conoscenza, proprio perché
tutti li abbiamo, e quindi gli occhi diventano uno strumento universale
e “democratico”.
Ledda ha illustrato le visioni letterarie di David Herbert Lawrence,
le lastre fotografiche di Édouard Delessert, le scoperte archeologiche
di Alberto Ferrero della Marmora (autore anche della prima rappresentazione
cartografica della Sardegna impostata scientificamente), le visioni
pittoriche di Giuseppe Biasi ma anche la Caprera di Giuseppe Garibaldi.
Ledda si è in particolare soffermato sulle ricerche sul campo
dello studioso tedesco Max Leopold Wagner, il quale ha raccontato la
Sardegna attraverso centonove fotografie ma soprattutto ne ha voluto
studiare la lingua, andando a cercare le varie inflessioni, espressioni
ed etimologie, ragione per cui oggi possiamo definirlo il padre della
linguistica sarda. Secondo Wagner è proprio questa diversità
linguistica che rende orgogliosi della “sardità”
tutti gli appartenenti al popolo sardo: cioè – precisiamo
noi – sia coloro che sono nati e vivono nell’isola (e i
loro figli e nipoti) sia coloro che sono dovuti emigrare (e i loro figli
e nipoti: la cosiddetta seconda e terza generazione).
L’ultimo punto sollevato da Ledda è stato quello del piacere
(già sottolineato da Dante) che trovano i sardi a parlare e a
sentir parlare della loro terra.
Nella seconda parte della conferenza (“Visti da fuori con il cuore
di dentro”) Mariella Cortès ha presentato, tra le altre,
due figure di “emigrati sardi eccellenti” che, pur vivendone
fuori, hanno valorizzato la Sardegna (sempre custodita dentro il cuore)
in Italia e nel mondo la Sardegna: Giorgio Asproni (parlamentare sempre
schierato a difesa degli interessi dei sardi) e Grazia Deledda, che
ha ottenuto un riconoscimento internazionale col premio Nobel per la
letteratura.
La Cortès ha sintetizzato le caratteristiche del progetto “La
strade del tempo”, che vuole offrire un affresco meraviglioso
della storia sarda, pensato per i giovani e a misura delle nuove generazioni:
tutti i moduli (le diverse conferenze) sono basati sulla divulgazione
brillante, in modo da favorire la comprensione da parte di tutti ma
senza annoiare.
Le relazioni dei due giovani ospiti hanno alimentato un interessante
dibattito, in particolare sull’orgoglio sardo.
Nota finale. Il dovere morale dei sardi orgogliosi della propria identità
linguistica e storica di proseguire nella divulgazione della cultura
sarda è stato ripreso da Pulina anche nelle considerazioni finali
quando ha riferito all’ assemblea dei temi trattati nella riunione
dei venti circoli sardi della Circoscrizione lombarda svoltasi a Cinisello
Balsamo in mattinata. Anche se la Regione Sardegna, sospendendo il finanziamento
per i progetti culturali dei vari circoli sardi e non dando alcuna certezza
sulla misura e sui tempi di sblocco di questi finanziamenti, mette a
rischio il futuro culturale dei Circoli, la parola d’ordine uscita
dalla riunione di Cinisello è quella di non fermarsi e di continuare
con le iniziative culturali, privilegiando quelle a costo basso o addirittura
a costo zero (tali possono essere le presentazioni di libri, di documentari,
ecc.)
Filippo Soggiu (presidente emerito della FASI e del “Logudoro”)
ha ribadito che nei tempi di crisi i Circoli hanno sempre saputo reagire,
per esempio basandosi sulle sottoscrizioni da parte degli associati.
Piga, il presidente del “Logudoro”, a nome di tutti i soci
ha affermato che in ogni caso non cesserà l’impegno del
circolo nel far conoscere alla città e alla provincia di Pavia
la cultura e la storia della Sardegna. (11-06-2012)