La Notizia/////////////////////////
///////////////////////di Paolo Pulina

 

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A Como presentati due libri di Gerardo Severino su due finanzieri antifascisti: il sardo (di Chiaramonti) Giovanni Gavino Tolis e il maresciallo Luigi Pirondini

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A Como, nel pomeriggio del 15 novembre 2012, presso Palazzo Terragni (prestigiosa sede del Comando provinciale della Guardia di Finanza), l’associazione “Famiglia Comasca” e il Circolo “Sardegna” di Como hanno organizzato la presentazione di due pubblicazioni del capitano Gerardo Severino, direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza, che ricostruiscono le biografie di due uomini della Guardia di Finanza che ebbero un ruolo significativo nella Resistenza antifascista e antinazista nel Comasco. Ecco i titoli dei volumi: “ ‘Il contrabbandiere di uomini’: storia del finanziere Giovanni Gavino Tolis, un eroe del bene a servizio dell'umanità, 1919-1944 ” (edito da Carlo Delfino, Sassari 2012) e “Luigi Pirondini - il maresciallo della Guardia di Finanza e la Resistenza antifascista. La vita e gli scritti” (edito da Alessandro Dominioni, Como 2012).
I saluti agli oltre 150 partecipanti sono stati portati dal Col. t. SFP Marco Pelliccia, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Como; dal presidente della “Famiglia Comasca”, Piercesare Bordoli, e dal presidente del Circolo sardo Paolo Cristin (ex finanziere, nato in Friuli, vedovo di una sarda originaria di Donori, CA); è stato letto anche un messaggio di Marco Pischedda, sindaco di Chiaramonti (il paese in provincia di Sassari in cui era nato il finanziere Tolis).
“Contrabbandieri di uomini” era l'appellativo con cui la Polizia di frontiera germanica definiva, dopo l’8 settembre 1943, i “passatori”, cioè coloro che favorivano l’espatrio clandestino in Svizzera sia degli ebrei (invisi per motivi razziali) sia degli oppositori politici del nazifascismo.
Giovanni Gavino Tolis, nato nel 1919 a Chiaramonti, si era arruolato in Guardia di Finanza nel 1938. Destinato al Circolo di Como, venne impiegato in servizio al confine italo-elvetico presso la Brigata di frontiera di Ponte Chiasso. Attraverso quel valico, dal settembre 1943 all’aprile del 1944 (quando venne catturato dai nazifascisti e deportato nel lager di Mauthausen-Gusen, ove poi sarebbe morto di stenti), grazie al generoso finanziere, e a uomini e donne altrettanto soccorrevoli, passarono in Svizzera molti ebrei e molti perseguitati dal nazifascismo, che così evitarono le orribili sofferenze e le atroci morti nei campi di sterminio nazisti.
A distanza di quasi settant'anni da quei tragici eventi, grazie ad alcune preziose carte d'archivio recuperate dal “Nucleo di ricerca storica” guidato dal capitano Severino, grazie al libro scritto dallo stesso capitano, è stato possibile restituire alla famiglia d'origine, a Chiaramonti, alla Guardia di Finanza ed alla storia della Resistenza il ritratto veritiero della vita onorata del finanziere Tolis e l’encomiabile impegno umanitario antinazista che determinò purtroppo la sua morte ad opera dei carnefici nazisti. Oggi Giovanni Gavino Tolis viene riconosciuto come un uomo giusto, al quale il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto conferire "alla memoria" una medaglia d'oro al merito civile.

Il libro del capitano Severino su Luigi Pirondini illustra la biografia del personaggio (di innata modestia anche se fu uno dei primi sottufficiali della finanza a laurearsi, giovanissimo) e presenta una selezione dei numerosi articoli che egli, da maresciallo della Guardia di Finanza in congedo, attivo come giornalista pubblicista, dall’agosto del 1945 al dicembre del 1947, con lo pseudonimo di “Luigi il Popolano”, scrisse per “Il monitore del Finanziere”, settimanale d’informazione della Guardia di Finanza.
In questi articoli veniva ricordato con ricchezza di particolari, derivante da una conoscenza diretta delle persone e degli avvenimenti, il contributo dei finanzieri alla Resistenza in Lombardia ed in particolare nelle zone di confine di Como e Varese nel drammatico triennio 1943-1945.
Tertulliano Pirondini, figlio del maresciallo Luigi, intervenuto alla manifestazione, ha dichiarato che il libro di Severino gli ha fatto scoprire aspetti della vita di suo padre che non conosceva.
Il legame tra i due volumi è molto stretto non solo perché opere di un unico autore, non solo per il contesto storico unificante delle due vicende biografiche raccontate ma anche perché fu proprio il sottufficiale Pirondini, congedatosi appena 4 giorni prima dell’8 settembre 1943, che introdusse Giovanni Gavino Tolis nel “giro” del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.
Il capitano Severino nel 2007 ha pubblicato un volume dedicato a Salvatore Corrias, lo “Schindler sardo” (nato a San Nicolò Gerrei, CA) che, operando sul Monte Bisbino (sul lago di Como tra i comuni di Moltrasio e Cernobbio), favorì il passaggio in Svizzera e quindi la salvezza di decine di ebrei e di perseguitati dal regime nazifascista (a Corrias nel 2006 venne conferita in Italia la medaglia d’oro al merito civile alla memoria e, da parte dello Stato d’Israele, la medaglia d'oro di “Giusto tra le Nazioni”). Anche questo volume era stato presentato, il 28 maggio 2010, presso l'auditorium di Palazzo Terragni, che, come abbiamo detto, è oggi sede del comando provinciale della Guardia di finanza di Como ma che dall’architetto razionalista Giuseppe Terragni fu progettato e costruito (1932-1936) come Casa del Fascio.
Riferendosi alle sue tre opere sui valorosi finanzieri antifascisti che furono operativi nel Comasco, a ragione il capitano Severino ha potuto osservare che la presentazione di esse nella sede dell’ex Casa del Fascio di Como è stata una simbolica vittoria delle forze del bene su quelle del male, che fu combattuto fino al sacrificio della vita dalle Fiamme Gialle Corrias e Tolis e da altre centinaia di eroici commilitoni scomparsi nei campi di concentramento nazisti.
Ma anche su altre attività di finanzieri servitori della patria che presero parte alla Resistenza (e, tra questi, sulle azioni di molti finanzieri sardi) molte cose si apprendono da questi libri di Severino. Ciò vuol dire che non mancherà a lui (abituato a spulciare carte d’archivio e a interrogare testimoni fin dai tempi delle indagini giudiziarie che lo videro collaboratore stretto del giudice Giovanni Falcone) materia per prossime ricerche ma che il dovere dell’approfondimento conoscitivo incombe anche sulle istituzioni sarde deputate alla ricerca storica sui sardi che svolsero un ruolo nelle vicende della lotta antifascista e antinazista.
(18-11-2012)