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Sardegna, isola dei
centenari. Grande successo a Pavia e a Bareggio (MI) della conferenza
del prof. Luca Deiana sul Progetto AKeA (“A Kent’Annos”)
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Sabato 28 maggio a
Pavia e il giorno dopo a Bareggio il prof. Luca Deiana ha esposto davanti
ai soci dei due circoli sardi delle due città lombarde i risultati
del progetto di ricerca “AkeA” (così denominato dalle
lettere iniziali dell'espressione “A Kent’Annos” - a
cent'anni! - con la quale in tutta la Sardegna si usa augurare lunga vita).
Luca Deiana, Ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica
presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università
degli Studi di Sassari, responsabile di “AKeA”, con il suo
gruppo di ricerca dal 1997 studia il fenomeno della longevità in
Sardegna, regione nella quale sono presenti costantemente 22 centenari
in vita ogni 100.000 abitanti.
All' interno dell'équipe di lavoro i diversi specialisti svolgono
compiti ben precisi. I demografi si preoccupano di richiedere agli Uffici
Anagrafe dei Comuni i documenti (certificato di nascita, di residenza
o di già avvenuto decesso) relativi ai centenari nati in Sardegna
e ricostruiscono gli alberi genealogici della famiglia cui i centenari
o supercentenari appartengono. Dal canto loro, i medici e i biologi compilano
una cartella clinica per ogni centenario individuato, che viene sottoposto
a prelievo di sangue (per identificare i biomarcatori della longevità)
se accorda il consenso scritto; successivamente il campione viene utilizzato
sia per analisi biochimico-cliniche che per la ricerca di proteomica (la
proteomica consiste nell'identificazione sistematica di proteine e nella
loro caratterizzazione rispetto a struttura, funzione, attività,
quantità e interazioni molecolari), di metabolomica (la metabolomica
è lo studio sistematico delle uniche impronte chimiche lasciate
da specifici processi cellulari) e di biologia molecolare.
A cura del gruppo di ricerca AKeA a tutt’oggi è stata raccolta
la certificazione (ad Okinawa in Giappone, o presso qualche setta religiosa
in Canada o in altre località non vengono date le inconfutabili,
in quanto controllabili, informazioni genetiche e antropologiche che sono
invece pubblicamente rese trasparenti dagli studiosi della popolazione
sarda) di oltre 1900 centenari, tra vissuti e viventi in Sardegna, e ciò
è stato possibile consultando sia gli archivi dei Comuni, che riportano
certificati a partire dal 1886, sia gli archivi parrocchiali i quali consentono
di attingere a documenti risalenti fino al 1500.
I ricercatori del gruppo AKeA, che dispongono di un “Laboratorio
mobile della longevità” arredato ed equipaggiato con strumenti
analitici per indagini biochimico-cliniche, sono impegnati a studiare,
presso ciascuno dei 377 Comuni della Sardegna, non solo i centenari ma
anche i novantacinquenni, i novantenni, gli ottantenni ed una popolazione
di controllo.
Luca Deiana informa che entro breve tempo si avrà la certificazione
di oltre 2000 centenari. Tra questi ci sono 7 supercentenari (oltre 110
anni) nati in Sardegna: Antonio Todde, nato a Tiana (Nu) il 22 gennaio
1889 e morto a Tiana il 3 gennaio 2002 (età 112 anni e 346 giorni);
Giovanni Frau nato a Orroli (Ca) il 29 dicembre 1890 e morto a Orroli
il 19 giugno 2003 (età 112 anni e 172 giorni); Pasquale Frasconi
nato a Luogosanto (Ot) il 12 novembre 1893 e morto ad Aglientu il 16 marzo
2004 (età 110 anni e 125 giorni); Giuseppa Spolitu Sanna nata a
Berchidda (Ot) il 12 settembre 1883 e morta a Berchidda il 16 ottobre
1993 (età 110 anni e 34 giorni); Teresa Cesarini nata a Cagliari
il 19 giugno 1894 e morta nel Lazio il 16 gennaio 2005 (età 110
anni e 215 giorni); Giuseppina Deidda nata a Birori (Nu) il 25 gennaio
1900 e deceduta a Birori il 03 gennaio 2011 (età 110 anni e 343
giorni); Scodina Vitalia nata a Serrenti (Ca) il 14 febbraio 1901 e vivente
a Roma (età 110 anni e più giorni….).
In definitiva, la Sardegna è fra le zone al mondo in cui è
più alta la percentuale di persone che hanno raggiunto un'età
superiore al secolo. Mentre però nel resto del mondo si registra
un uomo centenario per ogni sei donne centenarie, in Sardegna si ha una
proporzione di due a uno: quindi un centenario per ogni due centenarie.
Nella zona montagnosa centrale della Sardegna, dalla Barbagia all'Ogliastra,
si arriva quasi alla parità; e la percentuale di chi, nell'isola,
ha compiuto almeno cento anni è in continua crescita.
A chi gli chiede che cosa c'è di speciale in Sardegna, il prof.
Deiana spiega i “segreti”: la Sardegna è “l’isola
dei centenari” (formula di cui vuole con legittimo orgoglio mantenere
il brevetto) per il patrimonio genetico dei sardi e per le condizioni
di vita nell'isola. In sintesi, geni collaudati (lo studio demografico
delle linee di longevità delle famiglie, quindi dei cognomi, ha
permesso di verificare la presenza di centenari in vita in numero più
elevato in certi cognomi rispetto ad altri cognomi di famiglie che non
hanno mai registrato un centenario), ambiente non inquinato, alimentazione
sana (la dieta dei centenari, a base di prodotti genuini e ricchi di antiossidanti,
è una dieta particolare, simile in parte a quella mediterranea,
ma diversa nei rapporti di quantità tra carboidrati e sostanze
proteiche), coriacea identità socio-culturale e antropologica (i
centenari hanno una forte identità, sono molto attivi, hanno equilibrio,
pensano positivo, sono credenti e hanno fiducia nella vita: si comportano
insomma come se non dovessero morire mai e, in quanto archivi viventi
di un lungo passato, sono gratificati da grande considerazione sociale)
sono caratteristiche che rendono unica la terra sarda e che favoriscono
il raggiungimento di questi eccezionali livelli di età.
Il prof. Deiana in chiusura ha anche ricordato che tra i centenari sardi
non è infrequente il favismo; spesso essi sono anche portatori
sani della mutazione della beta-talassemia; quasi sempre hanno superato
la malaria, che in Sardegna era endemica fino al 1950. L’ essere
riusciti a fronteggiare e a sconfiggere queste tre patologie li ha sicuramente
selezionati nella “gara di qualificazione” volta alla conquista
di straordinari record di longevità.
Il progetto AKeA, iniziato, come si è detto, nel 1997 e presentato
ufficialmente nel febbraio 2002, è noto a livello internazionale:
vede la collaborazione del Max-Planck Institute for Demographic Research,
Rostock, Germania, e della Duke University, North Carolina, USA, è
stato oggetto di articoli da parte delle più prestigiose riviste
(“National Geographic”, “Science”, “Time")
ed è stato analizzato in trasmissioni delle più importanti
reti televisive (BBC, prima televisione della Svizzera, Raiuno, Superquark).
È infine da dire che il progetto AKeA è stato scelto dalla
Regione Sardegna per rappresentare l’Isola alla mostra, organizzata
nel 2011 al Vittoriano, a Roma, in occasione delle celebrazioni del 150°
anniversario dell’Unità d’Italia.
Forte di tutte queste credenziali, il prof. Luca Deiana è stato
accolto con grande calore e simpatia dai soci del circolo sardo di Pavia
(presieduto da Gesuino Piga) e di Bareggio (presieduto da Franco Saddi).
In entrambe le occasioni Filippo Soggiu (attuale presidente onorario della
FASI, Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) ha ricordato che,
durante la sua presidenza FASI, ha potuto verificare la particolare sensibilità
di Luca Deiana nei confronti dei problemi degli emigrati sardi allorché
è stato interlocutore istituzionale del mondo dell’emigrazione
sarda nella veste di Assessore del Lavoro della Regione Autonoma della
Sardegna.
(31-05-2011)
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